Lmvh in rimonta nel terzo quarter. Nonostante il big del lusso stia risentendo del perdurare della crisi sanitaria, a causa soprattutto della contrazione dei flussi turistici internazionali, sta disegnando un grafico in progressivo recupero: i dati del terzo trimestre sono stati premiati dalla sua divisione ammiraglia, Moda e Pelletteria, tornata in territorio positivo con un +12%, a quota 5,9 miliardi di euro.
A trainare la ripresa sono state in particolare griffe come Louis Vuitton e Dior, che insieme alle buone performance della categoria Wines & Spirit (in particolare del cognac Hennessy), sono riuscite ad attutire il forte svantaggio accumulato nei primi nove mesi dell’anno, quando il colosso guidato da Bernard Arnault ha subito un calo delle vendite pari al -21%, a 30,3 miliardi (-11% la divisione Fashion & Leather Goods).
Nel terzo quarter ci si ferma infatti a un -7%, con ricavi che si attestano a poco meno di 12 miliardi di euro, battendo le previsioni degli analisti, che paventavano una diminuzione media del 12%.
Il direttore finanziario Jacques Guiony ha precisato che anche le prestazioni di altre label del gruppo come Loewe, Celine e Fendi sono migliorate, contribuendo all'inversione di tendenza del quarter.
«Gli incoraggianti segnali di ripresa osservati a giugno per alcune delle attività del gruppo - spiega una nota - si sono confermati nel terzo trimestre in tutte le regioni, in particolare negli Stati Uniti e in Asia, che nel periodo risulta nuovamente in crescita».
Nonostante sia difficile fare previsioni in un contesto reso così incerto dalla pandemia, Lvmh ha dichiarato che «il gruppo si manterrà cauto, rafforzando il controllo dei costi e la selettività degli investimenti, mantenendo una strategia focalizzata sulla conservazione del valore dei suoi marchi, continuando a investire in marketing e comunicazione e facendo affidamento sulla qualità dei prodotti e la reattività della propria organizzazione» (nella foto, una proposta Spring-Summer 2021 di Louis Vuitton).