-27% le vendite in Cina

Adidas riduce di nuovo le stime causa rottura con Kanye West per Yeezy

Il colosso dello sportswear Adidas ha pubblicato i risultati trimestrali, che mostrano una crescita delle vendite dell’11% (ma +4% a cambi costanti), a 6,4 miliardi di euro, e il bilancio a nove mesi, dove il fatturato è aumentato del 7,5% a 17,3 miliardi.

«Il contesto di mercato è cambiato all’inizio di settembre, quando la domanda dei consumatori nei mercati occidentali è rallentata e l’andamento del traffico nella Grande Cina si è ulteriormente deteriorato - ha dichiarato il direttore finanziario Harm Ohlmeyer -. Di conseguenza, abbiamo assistito a un significativo accumulo di scorte e a una maggiore attività promozionale, che peseranno sempre di più sui nostri utili». «Siamo incoraggiati dall'entusiasmo per gli imminenti Mondiali, che si nota già nella crescita dei ricavi del settore calcio - ha aggiunto -. E in Nord America ci stiamo preparando per l'entusiasmante lancio del basket».

Nel quarter ha pesato anche la decisione di sospendere le attività in Russia, dopo l’avvio del conflitto in Ucraina, che ha portato a oltre 100 milioni di euro in meno nelle casse dell’azienda.

A livello di mercati, il gruppo tedesco ha realizzato un +7% in Emea e un +8% in Nord America (a cambi costanti). Le restrizioni per il Covid impattano sulle performance in Greater China, che accusa un -27%, mentre l’Asia-Pacifico corre a un ritmo del 14,6%. L’America Latina cresce invece del 50,6%.

L’utile operativo trimestrale è diminuito del 16% a 564 milioni di euro e l’utile netto è sceso del 63,8% a 347 milioni. Nei nove mesi, invece, l’operating profit ha incassato un -27,5% a 1,39 miliardi di euro e l’utile è diminuito del 41% a 1,1 miliardi.

Il risultato operativo del quarter beneficia dell’effetto positivo dei cambi, ma anche di quello negativo legato all’aumento dei costi nella supply chain. Su questa voce di bilancio influiscono anche i maggiori costi nel digital, nella consumer experience, nel marketing e nei punti vendita.

Dopo la revisione al ribasso dei target dello scorso 20 ottobre, legata al deterioramento delle condizioni di mercato in Greater China, Adidas si trova di nuovo a un cambio di scenario per via della decisione, presa il 25 ottobre, di terminare la partnership adidas Yeezy (in alto il modello 450 Resin), che riguardava le sneaker realizzate in collaborazione con il rapper statunitense Kanye West. Questo a causa della stagionalità tipica del business, che andrà a impattare sulle vendite del quarto trimestre.

Adesso la previsione è che nel fiscal year 2022 il gruppo progredisca a un tasso inferiore al 5% e che il gross margin si aggiri attorno al 47%. Il margine operativo dovrebbe risultare del 2,5% circa e l’utile generato dall’attività caratteristica dovrebbe risultare di circa 250 milioni.

È questo lo scenario che Bjørn Gulden si prepara ad affrontare. Il ceo della rivale Puma entrerà al comando del gruppo in gennaio al posto di Kasper Rorsted, che dall’11 novembre prossimo affiderà temporaneamente le sue responsabilità al cfo Ohlmeyer.

Nel precedente outlook la crescita di Adidas avrebbe dovuto essere intorno al 5% e il margine lordo aggirarsi intorno al 47,5% per fine anno. Il margine operativo era previsto intorno al 4% e l'utile netto dall’attività corrente avrebbe dovuto aggirarsi sui 500 milioni di euro.

La nuova revisione dei target non sembra preoccupare gli investitori in Borsa. Poco dopo le 13 a Francoforte il titolo Adidas registra un +3,45% a 124,14 euro, che valorizza la società quasi 22,7 miliardi.
e.f.
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