Il Coronavirus non ha risparmiato nessuno, nemmeno Nike. Il gruppo dello sport con sede a Beaverton ha infatti incassato un duro colpo nel quarto trimestre del fiscal year, con vendite scese del 38% a 6,3 miliardi di dollari e perdite pari a 790 milioni di dollari, rispetto all'utile netto di 989 milioni di dollari dell'anno scorso.
«I nostri risultati del quarto trimestre sono stati significativamente influenzati dalla chiusura dei punti vendita fisici in Nord America, Emea e Apla, dove il 90% dei negozi di proprietà Nike ha chiuso per circa otto settimane nel trimestre», ha detto John Donahoe, presidente e ceo del colosso dell'activewear.
Unica nota positiva dell'ultimo quarter il digitale, che ha registrato un'impennata del 75%, attestandosi al 30% delle entrate totali.
«In un ambiente altamente dinamico, Nike continua ad avere una forte valenza per i consumatori di tutto il mondo e la nostra attività digitale accelera in ogni mercato», ha commentato Donahoe.
Le vendite in Nord America hanno subito un -46%, mentre in Cina solo del 3%, in quanto molti negozi hanno riaperto prima rispetto agli Stati Uniti.
Quanto al fiscal year, i ricavi del big Usa hanno subito un rallentamento pari al 4%, scendendo a 37,4 miliardi di dollari, mentre il côté online ha fatto un balzo del 47%, con crescite double digit in tutti i mercati.
Da menzionare l'avanzata per il sesto anno consecutivo nel Paese del Dragone, con un +8% di fatturato generato dalla Greater China. Pari a 2,5 miliardi di dollari l'utile netto del gruppo, in flessione del 36%.