Con Antonio Rosati (nella foto) ancora in carcere e la Albisetti di Antonio Bianchi dichiarata fallita dal tribunale di Como, entrambi i soci avrebbero deciso di cercare degli acquirenti disposti a rilevare la Oti-Officine Tessili Italiane, nata sulle ceneri di Ittierre. Sul tavolo della proprietà ci sarebbero già quattro manifestazioni di interesse.
Delle quattro offerte al vaglio del management aziendale, tra imprenditori e fondi di investimento interessati a subentrare alle Officine Tessili Italiane, ci sarebbe anche Ikf, il fondo di investimento milanese che l'anno scorso era stato in competizione con Rosati per acquisire Ittierre.
La situazione dovrebbe giungere ad una soluzione definitiva entro la fine di gennaio, con lo spettro del fallimento che continuerà intanto ad aleggiare tra i capannoni di Pettoranello del Molise.
La Oti è partecipata al 51% dal vice presidente del Genoa, Antonio Rosati, imprenditore finito in carcere a ottobre scorso per una presunta frode fiscale di 250 milioni di euro e al 49% da Tommaso Bianchi, la cui famiglia era proprietaria del gruppo Albisetti di Como, fallito alcuni mesi fa.
Di fatto la Ittierre è ferma da oltre due anni, con gli 800 dipendenti in cassa integrazione e senza prospettive certe di rientrare in azienda. Il piano industriale della newco non è mai decollato: la situazione si è l'ulteriormente complicata il 29 ottobre scorso, quando Rosati è stato arrestato a Milano.
Vedendosi costretto ad abbandonare i suoi incarichi interni al gruppo, l'imprenditore è stato sostituito nel board dalla moglie Eleonora Baraggia, mentre al suo posto ceo e presidente è diventato Agostino Falco. Vicepresidente è rimasto Tommaso Bianchi, figlio di Antonio.
Ittierre, azienda moda della ex It Holding, finita nel 2009 in amministrazione straordinaria, è stata rilevata nel 2011 dal gruppo Albisetti, fino al concordato preventivo chiesto nel 2013. A maggio scorso il giudice ha ceduto la società alla Oti.