Attiva nel settore ottico dal 1971, la Pramaor di Agordo nel bellunese ha archiviato il 2009 con un incremento a doppia cifra dei ricavi, grazie a una strategia che ha dato sempre più spazio ai brand di proprietà Bioeyes e Blackfin, quest'ultimo tra i protagonisti di una sfilata dedicata all'eyewear, andata in scena in piazza della Scala a Milano durante le recenti passerelle maschili.
Pioniera nell'utilizzo del titanio come materia prima alternativa a quelle tradizionali, negli ultimi due anni Pramaor ha praticamente ribaltato i propri presupposti: nel 2009 l'80,2% del giro d'affari è stato realizzato con marchi propri (contro il 50,9% del 2008) e per il primo semestre 2010 si parla addirittura di un 90%. Al contrario, lo spazio destinato alle private label si è ridotto dal 37,9% al 15,5% e le lavorazioni conto terzi sono passate dal 10,9% al 3,6%.
Una scelta che si è rivelata premiante: come sottolineano i portavoce della società, nel 2009 il turnover è aumentato dell'11,79%, a quota 1,4 miliardi di euro (con la prospettiva di raggiungere i 2,2 miliardi nel 2010, grazie anche a un +59% nel primo semestre), ma se si considerano solo le label aziendali l'avanzata è stata quasi del 76%.
A proposito di obiettivi futuri, dal punto di vista del prodotto resta invariato l'impegno per la qualità, il design di eccellenza e il controllo artigianale, sintetizzato nel marchio registrato neomadeinitaly. Tra i materiali, si esplorano nuove possibilità non solo nel titanio, ma anche nell'ambito dell'acetato e del carbonio. Si rafforza l'impegno verso un'internazionalizzazione del business: attualmente l'export incide sui conti nell'ordine del 35%, una percentuale che già quest'anno si porterà al 45%, grazie al potenziamento nei Paesi di lingua tedesca con agenti diretti e a un progetto distributivo negli Usa, in fase di start up. Tra i Paesi più significativi per Pramaor spiccano Francia, Olanda, Svizzera, Finlandia, Regno Unito, Hong Kong, Singapore, Malesia, Giappone, Taiwan, Tunisia, Israele e Marocco.
a.b.