Raffaele Caruso, realtà specializzata nell'abbigliamento maschile e femminile di lusso, ha archiviato il 2009 con un fatturato di 45,73 milioni di euro (-25,6% sul 2008) e una perdita di circa 2,47 milioni di euro (da 2,52 milioni di utile netto). L’ebitda è risultato negativo per 1,25 milioni, dai +6,24 milioni di un anno fa. Ma i primi mesi del 2010 promettono un ritorno al dinamismo, grazie anche al "su misura".
La diminuzione dei ricavi nello scorso esercizio è stata determinata dalla grave recessione mondiale, che ha provocato una significativa riduzione dei consumi penalizzando, in particolare, i luxury good: per la società di Soragna (Pr) questo ha significato una forte contrazione del giro d’affari generato dalla produzione per importanti maison internazionali, mentre la label Caruso ha subìto l’effetto della crisi in tono minore. “Abbiamo sì registrato una flessione degli ordini e del giro d'affari, dopo un anno record come il 2008 (ricavi in progresso del 12,2% sul 2007, ndr), ma senza rallentare i progetti e la promozione del marchio Caruso - dice a fashionmagazine.it l’a.d. Umberto Angeloni -. Nonostante le incertezze, nel 2009 gli investimenti non sono stati tagliati o differiti: questa scelta, insieme all'impatto del calo di fatturato, ha certo influito sul risultato negativo d'esercizio. Abbiamo destinato risorse per consolidare la presenza all’estero del nostro brand, in primis negli States, dove è anche stata avviata una showroom a New York, rafforzato il team manageriale, ampliato e rinnovato la stessa infrastruttura produttiva per creare le proposte femminili di due importanti fashion house, una novità per la nostra azienda”.
Sono passate da otto a 15 le label realizzate dalla Raffaele Caruso, che “dall’inizio del 2010 mostra un incremento del turnover del 15%, con tendenza ad accelerare, nell’ambito del capospalla su misura, lo stesso dinamismo che è emerso a chiusura della campagna vendite per l’inverno 2010/2011, in crescita a doppia cifra”, dice Angeloni. "Dopo ordini all'insegna della cautela - spiega l'a.d. - stiamo ricevendo richieste di riassortimenti per le collezioni primavera-estate 2010, sia da parte delle maison, sia dai retailer che comperano Caruso".
Nel 2009 la realtà emiliana, che è ricorsa alla cassa integrazione solo per tre giorni, è riuscita a ottimizzare il proprio ciclo produttivo, anticipando le spedizioni di un mese. “Si tratta di un grande vantaggio competitivo: ora consegniamo meglio e prima”, conclude il ceo.
d.p.