Raggiunta nella notte l’intesa per il rinnovo del contratto collettivo nazionale del tessile-moda. "Questo accordo è la dimostrazione esemplare che il futuro del made in Italy è possibile solo se costruito con scelte coraggiose e coerenti, che sappiano fare leva sulla collaborazione strategica delle parti coinvolte" ha commentato Michele Tronconi, presidente di Sistema Moda Italia.
Per quanto riguarda la parte economica, l’aumento previsto è di 102 euro lordi per 36 mesi (parametrato al terzo livello super), con una somma a titolo di una tantum di 40 euro lordi, che verrà erogata con la retribuzione del mese prossimo.
Per l’anno in corso è prevista una sola tranche di aumento, nell'ordine di 20 euro, con decorrenza dal primo giugno, mentre le successive saranno pari a 40 euro (dall’1 aprile 2011) e di 42 euro (dall'1 aprile 2012).
Per la parte normativa, su richiesta della delegazione imprenditoriale, è stata istituita una nuova procedura volta ad affrontare in sede aziendale il tema delle flessibilità, attraverso l’individuazione - in via preventiva - degli strumenti contrattuali opportuni (flessibilità ordinaria e tempestiva, lavoro straordinario, modifica temporanea dei regimi di orario di lavoro, ferie e permessi) per poter gestire in tempo reale eventuali emergenze produttive o di servizio. Viene inoltre concesso alle imprese di utilizzare collettivamente e monetizzare i permessi per riduzione di orario e di consentire il recupero della flessibilità a livello individuale.
Rimane confermato l’attuale sistema di inquadramento che, nell’ambito di una commissione paritetica, "sarà oggetto di sperimentazione limitatamente all’individuazione degli elementi di arricchimento della professionalità, oggettivamente determinati, di alcune specifiche mansioni alle quali potrà essere riconosciuta una indennità di posizione organizzativa assorbibile", come si legge nei doumenti ufficiali. Si prevede inoltre un elemento di garanzia retributiva di 200 euro, da erogare a gennaio 2013 a favore dei dipendenti delle realtà prive della contrattazione aziendale e che non percepiscono altri trattamenti economici individuali o collettivi, oltre a quanto spettante in base al contratto nazionale.
Secondo Michele Tronconi, alla guida di Smi, con questo rinnovo è stata accettata la "sfida della normalità". "Da ambo le parti - ha proseguito - siamo consapevoli che, nell'immediato, le imprese dovranno affrontare un periodo in cui i costi riprenderanno a crescere, come già sta avvenendo per le materie prime importate, mentre i ricavi resteranno frenati. Nessuno si illude, perciò, che il rinnovo contrattuale comporti un ritorno alla normalità pre-crisi". È probabile, secondo Tronconi, che il recupero di redditività per le imprese possa passare "per un ulteriore aggiustamento della capacità produttiva e, quindi, dei livelli occupazionali".
“Il confronto con il sindacato è stato intenso e costruttivo - ha aggiunto il direttore generale di Smi, Gianfranco Di Natale - nell’ambito dell’aperto dialogo e delle buone relazioni industriali che da sempre caratterizzano il nostro settore”.
a.b.