La moda junior è ripartita e confida nel rush delle vendite estive, sostenute dall’agognato via libera a comunioni e cresime. Il semaforo verde agli eventi ha infatti ribaltato le prospettive per la primavera-estate 2021, così come il buon andamento della campagna vaccinale ha ridato fiato ai budget per le stagioni successive, come spiegano i portavoce di alcuni negozi e showroom.
«La cerimonia ha sbloccato l’impasse - commenta
Elisabetta Bonello della boutique
Anna Annibali a Civitanova Marche - anche se finora i capi che sono andati meglio sono quelli non troppo importanti e mettibili anche in altre occasioni». Meno bene è andato il cosiddetto “cambio stagione”, con capispalla, pull per la primavera, ancora sotto scacco causa pandemia.
Ma il giro di boa c’è stato: «Ci sono sicuramente categorie di consumatori più penalizzati e che nemmeno entrano nei nostri negozi, ma quelli che entrano hanno voglia di spendere, emozionarsi, vestirsi per uscire», racconta Bonello, indicando
Burberry,
Stone Island,
Stella McCartney e
Ralph Lauren come i marchi più gettonati.
Gli ultimi tre sono stati tra i best seller anche di
Valtellini, multimarca a Rovato, in Franciacorta, che ha registrato ottime performance commerciali anche per le collezioni in piccole taglie di
Paolo Pecora e
Twinset: «Sicuramente respiriamo un clima di maggior fiducia - sottolinea
Didi Corbetta -. Credo che chi non si è fermato durante i vari lockdown venga ora premiato dalla clientela».
Insomma, l’estate è iniziata con entusiasmo e speranza: lo confermano anche studi di rappresentanza che hanno già il polso del mercato per la FW 2021/2022 e sono impegnati con la campagna vendite SS 2022. «C’è tanta voglia di ricominciare - dice
Anna Beritelli di
Sicilia Uno -. I nostri clienti sono venuti tutti e molti hanno anche incrementato i budget. Con la convinzione che il perso è perso e che ora è il momento di guardare avanti». Ma con sangue freddo e oculatezza, come suggerisce l’imprenditrice, senza lasciarsi prendere la mano da «scontistiche eccessive» e cercando di portare a casa la lezione imparata durante questa pandemia: che «la tecnologia è un grande supporto, sì, ma moda e creatività hanno bisogno di condivisione e partecipazione».
Detto altrimenti, non ce ne rendevamo conto ma adesso sì: lo human touch è un grande valore aggiunto. Fermo restando il ruolo dell’e-commerce, prezioso salvagente che ha tenuto a galla lo shopping nei mesi più difficili e che non sembra destinato a perdere posizioni anche in futuro: «È vero, il canale digitale è in forte accelerazione - dice
Chiara Bacchini di
Bacch Rappresentanze a Cattolica - ma i negozi fisici hanno un’arma in più, che va sfoderata: la possibilità di far vedere i capi, farli toccare, soprattutto farli provare».
Pensiamo ai jeans, come suggerisce l’imprenditrice: «Indovinare la misura e il modello giusto su Internet è difficile, con il rischio di dover rispedire indietro il capo. Nello store fisico ci sono a disposizione tante vestibilità: se si intuisce il fit adatto appena un cliente varca la soglia del negozio, la vendita è già fatta».
Quanto al sell in, Bacchini è soddisfatta: «Sta andando bene, meglio per il maschio che per la femmina, che è più tentata da acquisti nelle catene come
H&M e
Zara». Oltre a Stone Island, «sempre in pole position nelle vendite», ottimi feedback stanno venendo dallo stile rilassato di
Diesel Kid, ma anche dai costumi colorati di
Mc2 St. Barth. La voglia di evasione è tanta (nella foto, lo stile Diesel Kid SS2021).
a.t.