Nel trimestre chiuso a fine settembre
Hermès supera gli 1,7 miliardi di euro di ricavi totali, in aumento del 18% rispetto allo stesso periodo del 2018 (+15% a cambi costanti).
Un risultato che risente positivamente del +20% in Asia (+15% in Giappone e +21,8% in Asia-Pacifico), che rappresenta il primo mercato per il produttore delle borse
Kelly e
Birkin (873 milioni il fatturato trimestrale). Al buon andamento dell’Asia si aggiungono la crescita del 10% in Europa e del 10,7% nelle Americhe.
Il bilancio a nove mesi termina con un giro d’affari salito del 16% a poco oltre 5 miliardi di euro (+13% a periodi comparabili). Escludendo il Giappone, in Asia-Pacifico il gruppo del lusso ha messo a segno una crescita del 19% a valute invariate, «nonostante l’impatto delle proteste a Hong Kong», come si legge nella nota. Nel periodo Hermès ha aperto il suo 26esimo store cinese, a Xiamen, sulla costa sud-orientale e ha proseguito lo sviluppo della piattaforma online
hermes.cn. In più ha riaperto una boutique a Bangkok, nel centro commerciale
Siam Paragon.Il rivale
Lvmh nei giorni scorsi ha reso noto che le vendite a Hong Kong, dove da quattro mesi proseguono le proteste antigovernative, sono diminuite del 25% circa, mentre Hermès non ha fornito indicazioni precise in merito.
Nella Cina continentale le vendite hanno registrato performance «eccezionali», inoltre il direttore finanziario
Eric du Halgouet ha anticipato nella conference call che le condizioni favorevoli nell’area sono proseguite per tutto il mese di ottobre. L’e-commerce, in particolare, che è attivo da un anno circa in Cina Mainland sta contribuendo alle vendite attraendo nuovi giovani consumatori (nella foto, un look Hermès per l'inverno 2019/2020).
e.f.