Tutto è pronto, in via Solferino 12 a Milano, per l'inaugurazione del primo monomarca a insegna Save the Duck nel mondo.
L'opening, annunciato a inizio marzo in concomitanza con l'ingresso di Progressio come azionista di maggioranza, è stato preparato in tempi record e rappresenta la prima tappa di un'espansione retail «che da qui al 2020 - spiega l'amministratore delegato e fondatore del brand Nicolas Bargi - toccherà le principali destinazioni fashion a livello internazionale».
Un network di punti vendita a insegna Save the Duck che andranno ad affiancare la rete wholesale presente in 29 Paesi, in particolare l'Europa, con in pole position Germania, Benelux e Scandinavia, e il Nord America.
L'azienda ha già iniziato a scaldare i motori: «Stiamo lavorando - precisa Angelo Piero La Runa, senior partner di Progressio - per aprire a breve anche due pop-up store in location strategiche per il brand, entrambi in Europa».
«Monaco, Barcellona, Parigi, ma anche località di montagna o turistiche come l'isola di Sylt, sono alcune tra le più papabili», aggiunge Bargi.
La maggior parte degli investimenti sul fronte retail verrà però messa sul piatto nel biennio 2019-2020, con 5 milioni di euro stanziati entro due anni per il solo retail, offline e online, in un'ottica omnicanale: «Entro il 2020 - sottolinea l'a.d. di Save the Duck - i negozi monomarca arriveranno a fruttare il 5% sul totale del fatturato, con un obiettivo a cinque anni pari al 10%. Lo stesso target è fissato anche per l'e-commerce».
Non a caso nel team di Save the Duck è entrato il digital marketing ed e-commerce manager Angelo Lorusso, che arriva dalle fila di Ynap.
Una filosofia, quella omnichannel, che si sperimenta anche nel primo spazio fisico in via Solferino: «La tecnologia gioca e giocherà - precisa Bargi - un ruolo chiave in tutti i negozi Save the Duck. Gli store saranno collegati al nostro e-commerce e i commessi accompagneranno i consumatori con una vendita assistita online su iPad dove, oltre a mostrare l'ampiezza della modellistica e dei colori, spiegheranno le differenti caratteristiche sostenibili del prodotto».
Valore aggiunto del brand è infatti, sin dalla sua fondazione nel 2011, l'approccio eco-friendly e sustainable, con capi 100% animal free che fanno a meno di piume, pellami, pellicce e di materiali o tessuti di derivazione animale.
La nuova fase di sviluppo intrapresa da Save the Duck nel canale monomarca contribuirà ad alzare l'asticella dei ricavi, come dichiara Angelo Piero La Runa: «Chiuderemo l'anno a quota 36 milioni di euro di fatturato, in crescita del 15% sul 2017, con un ebitda del 22%».
«Ma l'obiettivo al 2020 - conclude - è raddoppiare i risultati del 2017, anche grazie alle aperture su scala internazionale».