La Greater China sostiene i conti trimestrali di Nike, che mette a segno un +71% dell’utile, a 1,45 miliardi di dollari o 90 centesimi di dollaro per azione, al di sopra delle stime degli analisti di Wall Street, che prevedevano la cifra di 0,76 cent.
Il risultato beneficia di un risparmio a livello di costi operativi, diminuiti del 3% nel periodo a 2,3 miliardi, ma anche del fatto che i consumatori del globo sono sempre più interessati al benessere e alla salute, a causa della pandemia.
I ricavi dei tre mesi terminati il 28 febbraio si sono attestati a 10,4 miliardi di dollari, in aumento del 3% rispetto allo stesso periodo del 2021, ma al di sotto delle aspettative degli analisti (11,02 miliardi).
In Cina, in particolare, la salita delle vendite è stata del 54%, mentre il Nord America ha registrato un -10%, per effetto - spiegano dal gruppo - di cambiamenti nella supply chain, inclusi la carenza di container su scala globale e la congestione dei porti statunitensi, che hanno impattato sulla gestione del magazzino e sulle spedizioni wholesale.
Le vendite online del brand del “baffo” hanno accelerato del 59% nel quarter, con tassi a due cifre in tutti i mercati di riferimento.
La controllata Converse ha totalizzato 570 milioni di dollari di fatturato trimestrale, in salita dell’8% senza l’effetto cambi, grazie alle buone performance dell’e-commerce in Nord America ed Europa.
Nei nove mesi il gruppo dell’Oregon, guidato da John Danahoe (nella foto), ha raggiunto i 32,2 miliardi di giro d’affari (+4%) mentre i profitti sono aumentati del 27% a 4,2 miliardi.