Dopo circa un anno di preparativi, Jeckerson è pronto a volare negli Stati Uniti. Per il brand bolognese, dal 2008 di proprietà del fondo inglese Stirling Square Capital Partners, si tratta del primo step sul mercato estero.
«Prima di approcciare gli Usa - racconta Gianmaria Argentini, a.d. di Jeckerson - abbiamo effettuato una serie di test su potenziali clienti, per valutare il grado di accettazione del nostro prodotto, riguardo sia alla vestibilità, sia al nostro tratto distintivo, la toppa, ricevendo riscontri positivi».
Si partirà con la collezione maschile, per procedere anche con il côté donna: «Nei prossimi due anni - precisa il manager - puntiamo a posizionare il marchio negli specialty store, la fascia alta dei multimarca, con l'obiettivo di conquistare progressivamente tutti i 110 negozi di tale tipologia presenti negli Stati Uniti».
La distribuzione sarà gestita da un agente multimandatario, con showroom a New York, sulla 57esima strada.
«Copriremo tutta l'area geografica - dice Argentini -. Negli ultimi anni il prodotto Jeckerson è stato segmentato in modo tale da consentire l'adattamento dell'offerta a diverse zone: uno stile informale per la costa Ovest e un gusto più classico per la East coast».
L'obiettivo, sul mercato americano, è di raggiungere un fatturato di 15 milioni di euro nell'arco di cinque anni.
Per aumentare la brand awareness e, soprattutto, sottolineare l'italianità del marchio - che dalla primavera-estate 2014 ha riportato nel nostro Paese la produzione del proprio core business, i pantaloni - l'azienda bolognese prevede, in una prima fase, di reinvestire tutte le risorse generate in attività di marketing, rivolgendosi inzialmente al trade e poi al consumatore finale.
In calendario anche la partecipazione alle due manifestazioni fieristiche Liberty a New York (19-21 gennaio) e a Las Vegas (16-18 febbraio).