Presente ieri, 22 gennaio, nel mega-stand di Pitti Bimbo dedicato alle collezioni realizzate da Brave Kid (Gruppo Otb), Renzo Rosso ha ribadito come il sogno di una "Staff International" del bambino sia ormai diventato realtà.
«Il 2015 è un anno partito in quinta - ha dichiarato a fashionmagazine.it il patron di Otb - con la sfilata londinese che ha consacrato John Galliano alla direzione creativa della Maison Margiela, il 20esimo anniversario di Dsquared2 e Marni doppiamente protagonista, prima a Pitti Uomo e ora a Pitti Bimbo, con la versione "piccole taglie" che abbiamo portato in casa con l'autunno-inverno 2015/2016».
«Un passo importante, questo - ha proseguito - per mettere Brave Kid (e Marni bambino) ancor più al centro del cambiamento, un vero polo del contemporary per kid e junior, coerente con il resto di Otb che in Italia è davvero una realtà unica nel suo genere, costruita non su qualcosa di "comprato" ma di costruito in 40 anni di know-how. Partendo sempre dal prodotto e dalla presenza di aziende complementari, che si intrecciano tra loro, dall'alto verso il basso e trasversalmente».
«A questa prima uscita di Marni childrenswear - ha sottolineato Rosso - abbiamo lavorato fino all'ultimo secondo ma siamo soddisfatti: i primi feedback sono positivi, soprattutto dall'Asia che è uno dei mercati chiave su cui vogliamo lavorare, per un marchio che per i grandi è già globale. Ora abbiamo in mano una vera collezione, studiata nei dettagli insieme a Consuelo Castiglioni e a sua figlia Carolina».
L'imprenditore ha una lunga esperienza nel bimbo: «Ho iniziato a metà degli anni Ottanta per vestire i miei figli, allora piccoli. Prendevo i capi da adulto e li "riducevo" in casa. Da allora lo scenario del settore si è fatto progressivamente più complesso. Molte difficoltà e le soddisfazioni arrivano, ma lavorando più sodo che nell'adulto. Oggi il segmento medio è praticamente scomparso e non a caso Diesel bambino (nella foto, una proposta autunno-inverno 2015/2016) lo abbiamo portato più su, in area "premium"».
Nella distribuzione «si può fare di più: pochi department store hanno a tutt'oggi un piano bimbo e reggere i costi dei negozi stand alone non è semplice. Nell'e-commerce qualcosa si sta muovendo: Yoox, con cui lavoriamo da tempo, sta studiando una piattaforma ad hoc per il comparto».
Quanto fattura Brave Kid? «Una quarantina di milioni di euro - ha risposto Rosso - ossia circa il 3% del totale del business. Ma la prospettiva è di crescere e abbiamo sempre più armi per farlo».