Asia

Versace marcia a due cifre in Cina. Ferraris: «Mai stati di riferimento nel gifting»

Le vendite di Versace in Cina accelerano più lentamente rispetto agli anni passati ma mantengono un tasso a cifra doppia. Lo ha dichiarato il ceo Ferraris, in questi giorni a Hong Kong per visitare lo store a Kowloon.

 

Lo spazio, di 720 metri quadrati, ha aperto in giugno all'interno dell'Harbour City mall (nella foto). Disposto su tre piani, mostra un nuovo design, venuto a costare circa 5mila euro al metro quadrato. Una cifra «non eccessiva» per gli standard della moda, come ha spiegato l'a.d. Gian Giacomo Ferraris al Financial Times.

 

A proposito delle vendite in Cina, Ferraris ha sottolineato che la crescita attuale sta diventando organica, più profittevole di quella del passato, che era sostenuta principalmente dai nuovi opening. A proposito della politica anti-corruzione del governo Cinese, che si sta facendo sentire sui numeri di molti luxury brand, Ferraris ha dichiarato: «Noi siamo un marchio della moda, del lusso e del lifestyle. Il provvedimento anti-corruzione tocca soprattutto orologi, gioielli e liquori. Noi non siamo mai stati un brand di riferimento nella pratica del gifting».

 

La maison della Medusa, che è presente nella Repubblica Popolare da 14 anni, tornerà in Giappone l'anno prossimo (era uscita da questo mercato nel 2009). In più sta facendo progetti di espansione in Corea e sta sviluppando il Palazzo Versace hotel a Macao in partnership con il magnate dei casinò Stanley Ho.

 

Dopo l'arrivo del fondo Blackstone nell'azionariato, il passo successivo del Gruppo Versace, prospettato dal ceo, potrebbe essere quello di diventare una «vera public company».

 

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