Cambi al vertice

Cavatorta: «Il divorzio di Guerra, non per i Google Glass»

Non sono stati i Google Glass e nemmeno la questione Essilor, le ragioni della separazione consensuale fra Andrea Guerra e il fondatore di Luxottica, Leonardo Del Vecchio. Lo dice Enrico Cavatorta, co-ceo del triumvirato che guiderà il gruppo di Agordo.

 

Alla conferenza stampa seguita alla riunione del board di ieri, che ha decretato l'uscita di scena di Guerra, dopo 10 anni al timone del gruppo dell'occhialeria, Cavatorta ha spiegato che le divergenze tra Guerra e il maggiore azionista Del Vecchio erano sull'assetto organizzativo di vertice del gruppo, più che sulle strategie, che di fatto non cambiano. Per affrontare la complessità dei mercati e assicurare un'ulteriore crescita, il fondatore ha deciso di cambiare modello e affidare la guida della società da 7,3 miliardi di euro di fatturato non a un singolo leader ma a più manager, che sommano una serie di specifiche professionalità di alto livello.

 

Come ha detto il co-a.d., gli accordi in esclusiva con Google per gli occhiali dalla "realtà aumentata", che le voci circolate in questi giorni davano tra le cause del disaccordo, andranno avanti perché visti come un'opportunità. Anche la mancata fusione con Essilor, che risale al 2013, è stata esclusa dalle ragioni del divorzio. L'intesa con il gruppo delle lenti oftalmiche - come ha dichiarato il nuovo co-ceo, senza entrare in dettagli - non c'è stata perché «non si sono verificate le condizioni».

 

Cavatorta, che guiderà il gruppo dell'eyewear con Massimo Vian e un manager di prossima nomina (la società di executive search Egon Zehnder lo sta cercando al di fuori della società) ha, inoltre, dichiarato che il trend di Luxottica nel terzo trimestre è in linea con quello del primo semestre dell'esercizio e che la società sarà in grado di confermare le stime di inizio anno. Interpellato sui dividendi ha dichiarato che c'è spazio per un incremento del pay out.

 

Dopo una partenza in netta discesa, a metà mattina il titolo Luxottica si riporta sui livelli di ieri e passa di mano a 40,54 euro per azione (-0,73%), mentre gli indici FTSE Italia All-Share FTSE MIib salgono rispettivamente dell'1,18% e del'1,22%.

 

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