Crisi

Guess Service: rischio chiusura per lo stabilimento di Crevalcore

Mentre si attende l'approdo della Guess Foundation in Europa, che si occuperà di difendere i diritti delle donne, apprendiamo che circa 30 lavoratrici dello stabilimento di Crevalcore, Bologna, in capo al brand americano, rischiano il licenziamento. L'azienda ha comunicato ai sindacati l'intenzione di chiudere lo stabilimento.

 

Era di anno e mezzo fa l'annuncio di non voler rinnovare la licenza per la produzione e distribuzione del marchio Guess by Marciano (oggi Marciano Guess) seguito dallo stabilimento di Crevalcore.

 

Grazie alla mediazione della Provincia, le trattative avevano portato a un compromesso: cassa integrazione straordinaria e mobilità volontaria incentivata, con la salvaguardia di una parte dei posti di lavoro e il mantenimento a Crevalcore di una società focalizzata su ricerca e sviluppo stilistico, gestione avanzamento prototipia-produzione e controllo qualità. Una trattativa al termine della quale, dai 76 lavoratori totali, si era scesi ai 30 attuali, di cui l'85% sono donne.

 

Successivamente, come spiega Nunzio Di Ruocco, della Filctem-Cgil, dopo una procedura di incorporazione, lo stabilimento ha preso il nome di Guess Service ed è di fatto è una costola della Guess Italia, con sede a Firenze.

 

Ora l'incubo del licenziamento torna a turbare i pochi lavoratori rimasti. «Un bel problema - come lo definisce Di Ruocco - perché si tratta di disattendere gli impegni presi dallo stesso Paul Marciano nei confronti di istituzioni, sindacati e lavoratori».

 

«L'ulteriore recessione dei mercati non giustifica più la presenza dello stabilimento di Crevalcore: queste le motivazioni addotte», chiarisce Di Ruocco. «Inoltre l'azienda ha fatto riferimento anche al pareggio tra franco svizzero ed euro - ha chiarito Di Ruocco - visto che il marchio è stato ripreso a Lugano (sede di Guess Europe) e che la fatturazione avviene direttamente da lì, da quando a Crevalcore non c'è più l'amministrazione»·

 

Come puntualizza Di Ruocco, la presenza degli attuali lavoratori rappresenta un elevato valore politico, «perché la loro tutela era un impegno preso grazie al sostegno manifestato verso la vertenza un anno e mezzo fa. Era il risultato di una contrattazione» che aveva visto protagoniste le istituzioni».

 

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