Il giovane Alexandre Arnault, uno dei cinque figli di Bernard Arnault e ceo di Rimowa, ha parlato del futuro dello storico brand di valigeria durante l'International Luxury Conference di Condé Nast a Lisbona.
«Rimowa punta a diventare in cinque anni un marchio culturalmente rilevante nell'ambito del viaggio - ha detto - con i Millennials come nuova leva strategica».
«Finora Rimowa (acquisito due anni fa da Lvmh per 640 milioni di euro, ndr) è stato associato alla parte "non divertente" di una trasferta, ma non a quella "divertente" - ha precisato Arnault -. Non vogliamo limitarci a vendere valigie ma estendere l'offerta ad altri prodotti legati al viaggio e trasmettere messaggi nuovi».
Recentemente il marchio ha lanciato, in collaborazione con Supreme, due versioni del modello classico di trolley in alluminio, Topas Multiwheel: disponibili nei colori rosso e nero, riportano in evidenza il logo della label newyorkese di streetwear, che tra le intese di successo annovera quella con un altro cavallo della scuderia Lvmh, Louis Vuitton.
Anche con Off-White è scattata a fine 2017 la scintilla, a dimostrazione di come Rimowa, griffe iconica, senta il bisogno di estendere il raggio d'azione a una clientela più modaiola e giovane.
«Avendo 25 anni - ha affermato il giovane rampollo della dinastia Arnault - faccio parte della prima generazione di nativi digitali che, dalla nascita, ha vissuto costantemente connessa a Internet».
«I social network hanno ridefinito il concetto di desiderabilità - ha aggiunto, riferendosi alla partnership con Supreme -. Catturare e condividere immagini dà valore ai prodotti e, del resto, una bella valigia non solo è l'accessorio numero uno per una grande esperienza di viaggio, ma riveste un ruolo fondamentale nelle nostre autobiografie su Instagram».
«Le generazioni future - ha concluso - vanno alla ricerca di una vita più intensa di quelle precedenti e noi dobbiamo agire partendo da questa consapevolezza. Se cavalchiamo questa trasformazione, sono sicuro che i consumatori ci seguiranno a milioni».