Protagonista della serata di apertura di Expo 2015, con la sfilata-evento del quarantennale di attività e l'inaugurazione dell'Armani/Silos, Giorgio Armani è in perfetta forma, nonostante gli 80 anni. E il futuro? Ancora una volta esclude di vendere a un grande gruppo. Ipotesi alternative ce ne sono, «ma da discutere tra qualche anno, magari anche tra 10».
In un'intervista esclusiva a Imran Amed di Business of Fashion, "re Giorgio" ribadisce di non voler abbandonare il campo ancora per un po'. «Tuttavia - ammette - non si può continuare a lavorare o restare lucidi per sempre e anch'io ne devo tenere conto».
Come garantire continuità a un business che frutta ricavi per oltre 2 miliardi di euro? Incalzato dal giornalista, Armani risponde: «Esistono alcune potenziali soluzioni, come vendere a un big player, una possibilità che mi sento di escludere, quotare la società dotandola di un board di dirigenti forti, creare una fondazione...sono solo alcuni esempi». «Penso comunque - aggiunge - che sia qualcosa di cui potremmo discutere tra qualche anno, magari anche tra 10 anni».
Lo stilista-imprenditore fa il punto sul suo successo. «Se disegni vestiti che non fanno parte del mondo in cui viviamo - sottolinea - non avranno significato. Questo è molto importante ed è la vera ragione per cui, dopo 40 anni, sono ancora qui e mi intristisco se le cose non vengono fatte come voglio».
Armani difende la sua scelta di puntare su un insieme di brand differenti tra loro, passando dall'haute couture di Armani Privé al ready-to-wear (compreso quello più "easy" di Emporio Armani), fino all'high-street style di Armani Exchange, in un momento in cui altre case di moda tendono ad accorpare le varie linee.
«Credo che questo non crei confusione - spiega - perché dietro ogni mio marchio ci sono una storia, uno stile, una qualità e un price point specifici. Non sento l'esigenza di cambiare formula, visto che tutte queste collezioni funzionano e hanno un target di riferimento preciso. Perché dovrei crearmi un problema che non esiste?».
In un percorso costantemente in ascesa, c'è un solo neo: «Il rimpianto di non essermi preso abbastanza cura di me stesso. Anziché spingermi fuori dalla mia sfera lavorativa, ho portato il mondo dentro la mia storia, nel mio piccolo mondo personale» (nella foto, Armani con Matteo Renzi, a Milano per l'inaugurazione dell'Armani/Silos).