DICHIARAZIONI

Pavlovsky (Chanel): «Siamo al 50% made in Italy. Anche per questo sfileremo a Roma»

A pochi giorni dalla sfilata parigina dell'haute couture, e in vista del fashion show dedicato alla collezione Métiers d'Art (a Roma il primo dicembre prossimo), Bruno Pavlovsky, presidente della divisione fashion di Chanel e recentemente eletto alla guida della Chambre Syndicale, spiega quanto sia importante per il marchio il legame con il nostro Paese.

 

In una lunga intervista rilasciata a Il Sole 24 Ore, Pavlovsky sottolinea come nella Penisola venga realizzato il 50% della produzione di abbigliamento e accessori Chanel, «in piccole fabbriche e laboratori sparsi in tutte le regioni, ai quali ci legano rapporti spesso ultraventennali». «Sono made in Italy - aggiunge - moltissime scarpe, borse, capi di maglieria e parte del prêt-à-porter e del denimwear: in Italia avete un grandissimo know how anche nel campo del jeans».

 

Fondamentale come partner produttivo, il nostro Paese non è ai primi posti come mercato di sbocco: «I numeri sono molto più grandi negli Stati Uniti o in Cina. Ma per un marchio europeo del lusso essere presente e apprezzato in Italia e Francia è fondamentale».

 

Nell'intervista il manager rivela che il brand della doppia C mancava dalle passerelle italiane dal 2009, quando portò in pedana la cruise 2009/2010 a Venezia. A dicembre sarà la volta di Roma, «una location perfetta», dove da un paio di mesi Chanel ha inaugurato un monomarca. Senza contare il forte legame del direttore creativo, Karl Lagerfeld, con la città eterna, visto il più che consolidato "amore" corrisposto con Fendi, una partnership che dura dal 1965.

 

Pavlovsky fa il punto sulle strategie retail della griffe, arrivata a quota circa 180 boutique, con la prospettiva di salire ancora, «anche se sarà un anno molto difficile». Tra le prossime destinazioni, per gli opening o i re-opening, spiccano la Thailandia, la Corea, il Messico, Panama, Francoforte e negli aeroporti di Osaka e Londra, al Terminal 5 di Heathrow.

 

Il canale multimarca ha un ruolo marginale, tranne che in alcune aree come gli Usa, «che assorbono il 90% del nostro business wholesale, tutto riconducibile ai department store di lusso».

 

Quanto a Internet, nonostante i 7 milioni di fan su Facebook, l'e-commerce non ha un ruolo di primo piano: funziona per gli occhiali e non vengono esclusi per il futuro progetti speciali, «ma il lusso deve essere un'esperienza fisica».

 

Come riporta Il Sole 24 Ore, Chanel ha archiviato il 2013 con ricavi intorno ai 5,5 miliardi di euro (+8,5% sul 2012), con un utile netto di oltre 800 milioni. Il tasso di crescita è costante dal 2010 e, si presume, sarà uguale nel 2014 (nella foto, Bruno Pavlovsky immortalato da Karl Lagerfeld).

 

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