Dal prossimo primo aprile Ippolito Etro non sarà più direttore generale di Etro. Le funzioni da lui svolte finora saranno affidate ad interim al presidente e fondatore, Gerolamo Etro.
Nato a Milano il 31 gennaio 1967, con studi in economia ma laureato in biologia nel 1988, a inizio anni Novanta Ippolito entra nell'azienda di famiglia, affiancando il padre Gerolamo (Gimmo) e i fratelli Jacopo, Kean e Veronica.
Inizialmente responsabile della divisione amministrativa, diventa successivamente direttore generale: un personaggio non particolarmente amante della mondanità, concentrato sui numeri ma appassionato anche di arte giapponese antica e contemporanea cinese, fotografia e sport. Ha tre figli, Laszlo, Greta e Audrey.
Il comunicato sulle sue dimissioni è laconico («Lascia per perseguire nuovi orizzonti imprenditoriali») e chiude con un accenno a un'indiscrezione circolata sulla stampa qualche tempo fa, in base alla quale gli Etro sarebbero stati intenzionati a vendere la griffe, in toto o in parte.
Allora era stato proprio Ippolito a rilasciare una dichiarazione. «Naturalmente - aveva detto - ogni azienda di proprietà a conduzione famigliare, con un fatturato che supera i 300 milioni di euro, suscita l'interesse dei grandi gruppi. Noi, fra l'altro, siamo appena stati inseriti tra i quotabili. Questo però non significa che vi sia da parte nostra la minima intenzione di cedere la società». Oggi la nota ribadisce, seppur in modo più stringato, queste affermazioni.