Ieri, 11 maggio, il Financial Times ha riportato indiscrezioni secondo cui la Consob avrebbe aperto un’indagine sulla cessione da parte di Edizione a Dufry del 50,1% di World Duty Free. La holding della famiglia Benetton risponde al quotidiano della City, ribadendo che le condizioni di Dufry sono migliori di quelle di Boyu Capital.
L’antefatto: in base a quanto riportato dal Financial Times l'indagine sarebbe stata richiesta da un investitore di minoranza di Wdf, dopo aver appreso che la cinese Boyu Capital aveva presentato un'offerta da 12,30 euro per azione, contro i 10,25 euro concordati con Dufry.
In occasione dell’accordo tra i Benetton e la svizzera Dufry, il management di Wdf aveva riferito di offerte economicamente superiori, ma con paletti peggiorativi. Ed è ciò che è stato scritto nella lettera inviata dal gruppo di Ponzano Veneto al giornale britannico.
Come si legge, Edizione dichiara che l’affermazione, riportata dal FT, di un rappresentante del gruppo cinese Boyu Capital secondo la quale «The conditions in our offer were not different at all from those given in the winning offer» non corrisponde al vero.
«L’offerta di Boyu – viene precisato nella lettera – era sospensivamente condizionata all’ottenimento del nulla osta o “waiver” al cambio di controllo di Wdf da parte di alcune delle autorità aeroportuali concedenti la stessa».
Dufry invece non aveva chiesto nulla di simile, «ma solo le due condizioni al closing, già rese note al mercato: l’approvazione, da parte dell’assemblea degli azionisti di Dufry AG, di un aumento di capitale destinato al parziale finanziamento dell'acquisizione (approvazione assembleare intervenuta lo scorso 29 aprile 2015) e l’ottenimento delle usuali autorizzazioni da parte delle competenti autorità antitrust».