Il gruppo francese Kering, proprietario del brand Gucci, archivia il bilancio 2014 con ricavi pari a 10 miliardi di euro, in aumento del 4% rispetto al 2014, sostenuto dal +6% del luxury business.
Nell'anno l'utile operativo di Kering è diminuito del 5% a 1,66 miliardi (+3% a cambi costanti), sotto le stime di Reuters, che aveva previsto una cifra di 1,69 miliardi.
I marchi del lusso in portafoglio hanno consentito di raggiungere un fatturato di 6,76 miliardi (+6%). Tra le performance spiccano quelle di Bottega Veneta, le cui vendite sono salite dell'11% a 1,1 miliardi e di YSL, che sotto la guida creativa di Hedi Slimane ha realizzato un +27%, a 707 milioni di euro. Gucci, il marchio più importante in termini di giro d'affari, ha subito una flessione dell'1,8%, poco sotto i 3,5 miliardi. A livello di risultato operativo, la griffe che ha un nuovo ceo (Marco Bizzarri) e direttore creativo (Alessandro Michele) ha registrato un -6,7% a 1,06 miliardi. Bottega Veneta è salita dell'8% a 357 milioni. YSL ha segnato un +37% a 105 milioni.
I ricavi delle attività nel segmento sport & lifestyle sono rimaste invariate a 3,2 miliardi di euro (+3,5% a cambi costanti). Puma, in particolare, ha totalizzato 2,99 miliardi di fatturato (-0,4%).
Quanto al 2015, il management di Kering (nella foto, il presidente e ceo François-Henri Pinault) ipotizza un impatto positivo sui ricavi del deprezzamento dell'euro ma effetti contrastanti sui risultati.
Come riporta Reuters, nel corso della presentazione dei risultati è emerso che nessuna acquisizione è in programma per il 2015 (la più recente, lo scorso novembre, riguarda il produttore di orologi Ulysse Nardin) e che la vendita di Sergio Rossi è una delle opzioni in valutazione per il brand italiano della calzature di lusso.