Sfiorano i 3 miliardi di euro i ricavi annuali di Puma, poco al di sotto del valore del 2013 (+3,3% a parità di cambi). L'ebit del gruppo controllato da Kering è più che raddoppiato a 128 milioni e l'utile è aumentato da 5,3 a 64,1 milioni.
«Si tratta di risultati in linea con le aspettative - ha commentato il ceo BjØrn Gulden -. Abbiamo arrestato la discesa delle vendite e fatto progressi in tutte le priorità strategiche. Nel 2015 la nostra mission sarà diventare il più "veloce" sport brand del mondo ».
Ricalcando le mosse di Nike (leader di settore), Puma intende investire sul segmento donna. In tal senso ha di recente ingaggiato una celeb come Rihanna, come brand ambassador ma anche come uno dei direttori creativi.
Nel 2014 Puma ha realizzato un +19% nelle Americhe, un +1% in Asia Pacifico e un -0,5% in Emea. Il business più in crescita è stato quello non core degli accessori (+19,4%). Creascita a una cifra, invece, per il footwear (+6,7%) e l'abbigliamento (+3,2%).
Nell'ultimo trimestre dell'esercizio il giro d'affari è aumentato del 7,5% a 750,8 milioni di euro. L'ebit è risultato positivo per 10,6 milioni, dal precedente rosso di 127,9 milioni. La perdita è diminuita da 115 a 4,6 milioni.
Per il 2015 il marchio si aspetta un impatto significativamente negativo derivante dal rafforzamento del dollaro.