INDISCREZIONI
Crescono le speculazioni intorno a Sergio Rossi. Per il marchio di calzature e pelletteria, acquisito dal Gruppo Kering nel 1999 per 120-130 milioni di euro, il processo di vendita sarebbe già iniziato. Ma non è escluso che alla fine Pinault lo tenga in scuderia.
Le alterne vicende del brand sono al centro di un articolo pubblicato oggi, 27 aprile, su CorrierEconomia, che ricostruisce le tappe salienti del recente passato partendo dal 1999, quando il colosso transalpino rilevò l'iconica label dai fratelli Sergio e Franco Rossi.
Come emerge dal quotidiano milanese, all'epoca la società fondata negli anni Settanta a San Mauro Pascoli veleggiava sui 100 milioni di ricavi, una cifra oggi scesa a 60-70 milioni.
«Già nel consolidato 2014 di Kering - si legge - il direttore finanza del gruppo, Jean-Marc Duplaix, ha inserito l'azienda nelle attività non strategiche, disponibili per essere valorizzate sul mercato».
Durante lo stesso anno, Sergio Rossi e Redcats (vendite a distanza) sono state «le due attività responsabili della maggior parte delle perdite di 478,8 milioni, prodotte dalle partecipazioni non più "core"».
Va detto che di questa somma la larga parte, pari a 355 milioni, è legata all'e-commerce e ad altre attività. Ma resta il fatto che, sempre come sottolinea CorrierEconomia, nel 2014 è stata iscritta nel bilancio una svalutazione di 54 milioni relativa al brand made in Italy, che dopo l'uscita di scena dell'a.d. Christophe Mélard è passato ad interim nelle mani di Marco Bizzarri, ora numero uno di Gucci.
Spuntano i nomi di possibili acquirenti, tra cui i fondi di private equity Clessidra e Permira, ma si resta nel campo delle ipotesi, anche perché forse per Sergio Rossi andrebbe meglio un investitore industriale.
In conclusione, quella del marchio è definita come una «equazione irrisolta». E non si esclude un colpo di scena, con Pinault che decide di tenersi la casa di moda e di affidarne il rilancio in extremis al "solito" Bizzarri (nella foto, l'autunno-inverno 2015/2016 di Sergio Rossi).