Collocate a 4,10 euro, sulla parte bassa della forchetta iniziale (4-5,4 euro), le azioni del retailer Ovs hanno mostrato una partenza incerta (-0,15%) e verso la chiusura della seduta trattano intorno al prezzo del debutto. Il Ftse All Share segna un -0,10%.
«Il prezzo è secondario - ha detto in mattinata all'agenzia Radiocor il ceo Stefano Beraldo - quello che conta è che investitori di alto profilo si sono appassionati alla nostra storia. Così abbiamo trovato circa 400 milioni con i quali finanziare la crescita». «Vogliamo crescere fortemente in Italia - ha detto il manager del gruppo che controlla anche l'insegna Upim -. Nel giro di tre-quattro anni vogliamo aumentare di circa il 40% la nostra quota di mercato». Attualmente Ovs è il primo retailer in Italia, con una quota di mercato poco sopra il 6%. L'altra sfida sono i mercati esteri, Spagna in primis. Anche la Svizzera, dopo l'apprezzamento del franco, è un Paese con potenziale di crescita.
L'offerta globale di azioni Ovs si è chiusa il 24 febbraio con una domanda di quasi 227 milioni di azioni, circa due volte superiore all'offerta (44,5% del capitale totale). di fatto sono stati assegnati quasi 112 milioni di azioni (dei 101 milioni iniziali), di cui quasi 102 milioni a investitori istituzionali. Questi ultimi, come ha spiegato Berlado, solo per un quarto circa sono italiani. «Il prezzo di collocamento - ha precisato il presidente del gruppo, Nikos Stathopolous, managing partner anche dell'azionista di maggioranza Bc Partners - ha uno sconto del 30% circa rispetto alla concorrente britannica Next e tien conto del rischio Paese. Comunque noi crediamo nell'Italia, un mercato che ha un potenziale di upside, grazie ai segnali di ripresa e anche all'effetto Expo».
Quanto a Coin, che ingloba anche l'insegna Excelsior - scorporate da Bc Partners in vista della quotazione di Ovs - tutte le opzioni restano aperte. «Potrebbe essere una vendita strategica - ha spiegato Stathopoulos - una vendita a un altro private equity o un'Ipo. Non abbiamo ancora deciso. Potrebbe essere un'opportunità per una società intenzionata a entrare in Italia, dal momento che è il maggior operatore di department store nel Paese».