In Cina

Jihua Park scommette sul travel retail. E presenta il progetto per le Pmi italiane

I 35 destination center Jihua Park in Cina (i primi due saranno inaugurati l’anno prossimo) scommettono sul turismo e sul travel retail. E offrono ai brand del made in Italy una “piattaforma di partnership” per facilitare il business in Cina.

 

Prende sempre più corpo il progetto dei Jihua Park: nuove mete turistiche - con aree dedicate allo sport indoor e al divertimento, un fashion village, spazi wellness, ristoranti  e hotel - dedicate alla classe media, attualmente di 250 milioni di cinesi, che è previsto aumenti a 400 milioni di individui nel 2020. 

 

I centri - due sono già in costruzione a Chongqing e a Changchun, con opening previsto nel 2015 - verranno aperti nei prossimi 8-9 anni in importanti città cinesi, per un investimento, annunciato oggi durante una conferenza stampa  a Milano, pari a 8 miliardi di euro e un fatturato previsto nel 2020 di 6-7 miliardi di euro.

 

Un’iniziativa firmata da Jihua Group - controllata del colosso statale cinese Xinxing Cathay International Group - che vede protagonista il made in Italy: l'offerta dei complessi sarà all'80% internazionale e prevalentemente italiana. Le prime aziende ad avere firmato sono Massimo Rebecchi, Conte of Florence e Silvian Heach

 

D'altra parte il gruppo cinese, da tempo, ha stretto  rapporti di collaborazione nel BelPaese e attraverso Jihua International Center, con sede a Tavernerio (Co), ha acquisto pure il controllo di alcune realtà del tessile della Penisola come Maiocchi e Concerie del Chienti.

 

«Le nostre iniziative si inseriscono nel solco delle tradizionali buone relazioni tra i nostri due Paesi, da un punto di vista storico-culturale ma anche, sempre più, da quello industriale - dice Liu Ming Zhong,  presidente di Xinxing Cathay International Group -. In Italia siamo conviti che ci siano molte opportunità di cooperazione che se percorse e sviluppate permetteranno a tutte le parti coinvolte di crescere e di essere sempre più competitivi sui mercati internazionali».

 

In quest'ottica è stata creata insieme a Icd Italy China Development una piattaforma di partnership. «L’obiettivo - spiega Luca Bastagli Ferrari, ceo di Arcoretail, società italiana a cui è stata affidata la progettazione, lo sviluppo e la gestione dei centri  - è di offrire anche alle aziende medio piccole del made in Italy un’opportunità unica per essere presenti a costi contenuti sul mercato cinese: Jihua metterà a disposizione un team dedicato che fornirà assistenza in tutte le fasi del business, dalla selezione della merce e definizione del prezzo alla ricerca e gestione del personale. È inoltre previsto lo sviluppo di una piattaforma di e-commerce dedicata al network».

 

«Aderendo alla piattaforma i marchi (70 italiani hanno già dato il loro consenso) potranno partecipare a un progetto che interesserà le principali province del Paese ad alto tasso di crescita demografica ed economica - aggiunge Bastagli Ferrari - secondo una modalità protetta, al fianco di un partner statale, ma in modo flessibile, senza vincoli di esclusiva e con ampia autonomia di personalizzazione della strategia di business e della gestione».

 

Per quanto riguarda l'offerta prettamente moda, i Jihua Park scommetteranno su una formula che si ispira al travel retail (e non agli outlet center come precedentemente annunciato): «Il nostro è un progetto turistico rivolto al mercato domestico - dice Bastagli Ferrari - e prevediamo che ogni centro accolga dai 3,5 ai 4 milioni di visitatori all'anno. Per questo motivo ci baseremo sulla formula del travel retail: l'offerta sarà selezionata, come avviene negli aeroporti e in corso di stagione. A un prezzo scontato di circa il 20%, che le aziende potranno applicare grazie al fatto che l'affitto dei negozi sarà più basso della media. E l'arredo dei punti vendita essenziale».

 

«I brand non ancora presenti in Cina - precisa Bastagli Ferrari - o che hanno avuto difficoltà a entravi potranno farlo grazie alle facilitazioni che garantiremo. Al netto dello sconto del 20% e del costo dei servizi rimarrà una marginalità del 37%».  

 

 

stats