In passato i giudici del lavoro di Parigi avevano condannato John Galliano a pagare un risarcimento simbolico (1 euro), nel contenzioso riguardante il suo licenziamento dalla maison Dior e dalla griffe che porta il suo nome. Ora i legali del designer impugnano la sentenza.
«Viste le tempistiche della Corte d'Appello di Parigi, il caso dovrebbe tornare in tribunale nel 2017», ha detto a Wwd Chantal Giraud-van Gaver, legale dello studio Coblence & Associés, che assiste Galliano nella querelle con la Christian Dior Sa e la John Galliano Sa.
Dal 2011 - quando la disputa sul licenziamento è iniziata, acausa delle accuse mosse allo stilista di aggressione e insulti antisemiti - Galliano aveva vinto in primo grado. Infatti, nel 2013, il Giudice del Tribunale di Parigi aveva riconosciuto ingiustificato il suo allontanamento. Lo scorso novembre, invece, il Tribunale del lavoro non solo non ha accolto le richieste di risarcimento del designer (quantificate fra 2,4 e 13 milioni di euro) ma lo ha condannato a pagare un risarcimento simbolico di un euro ad ognuna delle due maison.
«Non posso lasciare che 17 anni trascorsi in Dior siano oscurati in questo modo - avrebbe detto lo stilista di Gibilterra -. Negli anni in cui sono stato direttore creativo della maison non potevo immaginare che i successi, le vendite quadruplicate, avessero un prezzo così esorbitante e distruttivo: la mia salute fisica e mentale. Sempre più lavoro, obblighi, pressioni: una patologica spirale fuori controllo». Galliano ha sempre sostenuto che nella maison francese fossero a conoscenza del suo stato di dipendenza dalle droghe e dall'alcool.
Oggi il talentuoso designer ha un'altra chance grazie a Renzo Rosso, che lo ha assoldato per la direzione creativa di Maison Margiela. Il suo grande ritorno, molto applaudito, è stato in occasione di London Collections: Men, dove ha presentato una piccola collezione di haute couture chiamata "Artisanal" (nella foto). Ora tutti attendono il prossimo marzo, quando la griffe Maison Margiela sfilerà a Parigi con il ready-to-wear.