MILANO

Galleria Vittorio Emanuele II: Il Consiglio di Stato dà ragione al Comune

«È un imprescindibile dovere dell’amministrazione pubblica quello di mirare alla riscossione degli importi più elevati… valorizzando i propri beni e ricavando dai suoi utilizzatori il massimo importo percepibile, sulla base di procedimenti precostituiti e trasparenti». ll Consiglio di Stato ribalta così la sentenza di fine agosto del Tar della Lombardia e in merito alla politica dei subentri di marchi in Galleria Vittorio Emanuele II a Milano dà ragione al Comune del capoluogo lombardo.

 

La sentenza del Consiglio di Stato infatti accoglie l'appello di Palazzo Marino, dopo che il Tar lombardo aveva dato ragione alla ditta Viganò Alta Moda contro la delibera del 2012 che regolamenta la pratica dei subentri.

 

Una normativa che permette a una realtà di rilevare in corsa il contratto di concessione dei locali della Galleria (di proprietà comunale) da un’altra, a fronte del nulla osta della Giunta e del raddoppio del canone di locazione. Prassi che aveva consentito di far subentrare alcune grandi griffe, da Versace a Prada e Armani, ai vecchi affittuari.

 

 

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