Il Consiglio di Stato boccia il ricorso e dà il via libera al proseguimento del restauro del Colosseo finanziato, con un contratto di sponsorizzazione da 25 milioni di euro, dal Gruppo Tod's.
Confermando una precedente sentenza del Tar del Lazio, i giudici della suprema corte hanno respinto il ricorso presentato dall'impresa Lucci, che aveva perso la gara d'appalto.
La Lucci, come emerge dalla sentenza, «non ha dimostrato, mediante idonea certificazione, il possesso dell'effettiva capacità tecnica di progettazione richiesta dalla legge ai fini del restauro». La valutazione rigorosa di questo requisito è imposta dalla particolare importanza di un appalto, che ha per oggetto un monumento «di unica rilevanza storica, risalente al primo secolo dopo Cristo».
Il restauro resta dunque gestito dall'impresa Gherardi - aggiudicataria dell'appalto pubblico, gestito dalla Soprintendenza per i beni archeologici di Roma - che circa un anno fa ha iniziato i lavori (il restauro delle prime cinque arcate è terminato la scorsa settimana) e dovrebbe chiuderli nel marzo del 2016.