Gli analisti finanziari stimano che le vendite di Prada a parità di store siano diminuite del 12% nel terzo quarter e che nel trimestre chiuso il 31 gennaio siano calate del 9%. E raccomandano di spostare il focus dall'espansione retail al prodotto core, le borse.
Come riporta Reuters, gli esperti si attendono un lieve recupero nei margini quest'anno, principalmente dovuto al rafforzamento del dollaro, dopo la discesa al 15,4% del terzo trimestre (erano al 21,3% nella prima metà dell'esercizio). «Prada si sta focalizzando sulla crescita dei ricavi a pari perimetro distributivo, con tre anni di ritardo rispetto ai competitor», fa notare Erwan Rambourg, analista di Hsbc specializzato nel segmento lusso.
Il gruppo che controlla anche i marchi Miu Miu e Church's ha aperto 250 negozi nei tre anni scorsi. Pur avendo rallentato, ha in programma altri 30-35 opening per quest'anno. Il problema è che nelle vetrine, non emerge una vera e propria evoluzione nelle borse (nella foto, una proposta per la prossima primavera-estate). Più che altro si tratta di modelli simili a pezzi best-seller delle passate stagioni.
Questo mentre il consumatore diventa sempre più difficile da accontentare, furbo e pronto a tradire quei brand che non lo sorprendono più. Un atteggiamento condizionato in parte dallo sviluppo dell'e-commerce, che ha ampliato enormemente gli orizzonti, accelerando la conoscenza e la diffusione di nuovi prodotti.
Il mese scorso gli analisti di Hsbc hanno confermato il giudizio “overweight” (sovrappesare in portafoglio) sul titolo Prada, auspicando una maggiore innovazione negli accessori.