Primo semestre

Occhialeria italiana: l'export potrebbe battere il record del 2013

Nei primi sei mesi del 2014 l'industria italiana dell'eyewear ha registrato un aumento del 10% dell'export. La prospettiva di un nuovo record annuale è ragionevole secondo Anfao, che prospetta di raggiungere i 3 miliardi di vendite all'estero.

 

Nel 2013 l'export aveva raggiunto il livello più alto di tutti i tempi in valore, a 2,81 miliardi. Nel primo semestre 2014, invece, l'export si è attestato a 1,64 milioni (+10,3% rispetto allo stesso periodo del 2013 e +16,2% sulla prima metà del 2012). Il business principale, quello delle montature da sole, ha realizzato un +10,9% a 1,1 miliardi. Il ramo vista è salito dell'8,7% a 491 milioni.

 

Nei sei mesi l'Europa, che rappresenta una quota di mercato del 52,5%, ha acquistato il 13,3% in più. Oltre un quarto dell'export raggiunge invece gli Usa, i cui acquisti sono saliti del 2,7%. In netta ripresa l'Asia che, con un +14% è arrivata ad accogliere il 17,7% dell'export di occhiali italiani. La Cina, in particolare, ha più che raddoppiato le importazioni. L'associazione di categoria Anfao denuncia invece segnali preoccupanti dalla Russia, dove l'export segna un -8%.

 

«Il settore può guardare sereno oltre l’orizzonte del 2014 - dice Cirillo Marcolin, presidente di Anfao - perché consapevole della sua grande capacità di competere sui mercati internazionali. Permangono però gravi preoccupazioni, sia per la situazione economica europea, dove gli ultimi dati parlano di un raffreddamento della ripresa, sia per la crisi economica italiana, che è strutturale e ancora senza inversioni di tendenza. Gli ultimi dati Ocse che prevedono, anche per quest’anno, un Pil italiano in calo dello 0,4% non sono confortanti». «Anche nell’occhialeria - prosegue Marcolin - si ravvisa la tendenza dei consumatori a rinviare gli acquisti. I produttori italiani continuano a dimostrare impegno e competenza, ma è la difficoltà a produrre in Italia la vera preoccupazione, con appesantimenti burocratici e fiscali sul lavoro, riforme che faticano a concretizzarsi, ritardi strutturali di sistema che tardano a essere rimossi e che, nel loro insieme, frenano investimenti pubblici e privati orientati a migliorare la competitività complessiva del Paese» (nella foto, un momento della produzione alla Safilo, che nel 2015 lancerà una scuola dedicata all'arte dell'occhialeria).

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