Il Tribunale di Bologna decide oggi sul salvataggio del marchio di calzature di lusso Bruno Magli. Interessati al brand sarebbero una cordata guidata da Carlyle insieme a Blue Star e il fondo Neuberger Berman.
Lo riporta oggi Il Sole 24 Ore, ricordando che ieri gli advisor del cda della Bruno Magli hanno presentato in Tribunale il dossier per il progetto di concordato. Sull'azienda emiliana fondata nel 1936, che conta una quarantina di dipendenti in cassa integrazione, graverebbero circa 20 milioni di debiti.
Dallo scorso gennaio la società è in mano al fondo svizzero Da Vinci Invest, subentrato agli inglesi di Fortelus Capital Management, che avevano comprato il brand nel 2007 dal fondo Opera. Attratti dall'eccellenza del Made in Italy e dall’artigianalità dello storico marchio bolognese, i manager di Da Vinci Invest avevano l'obiettivo di trasformare la società in maison, concentrandosi sul design e la preparazione delle collezioni. Progetto che avrebbe già portato - stando ai contenuti del filing depositato in Tribunale - a una riduzione delle perdite, e a buoni volumi di vendita all'estero (soprattutto Giappone e Usa).
Secondo stime, la Bruno magli ha chiuso il 2013 con una perdita consolidata di 16,9 milioni di euro (5,3 milioni nel 2012), mentre i ricavi sono scesi a 35,5 milioni (da 44,8 milioni). L'ebitda risulta negativo per 7,9 milioni (da -2,3 milioni). Il debito finanziario netto lo sorso anno era di 3,7 milioni. Il debito lordo ammontava a 22 milioni, di cui circa 10 milioni verso fornitori, 4 verso le banche e 3,2 verso soci.