Opportunità di sviluppo per nuove strutture, investitori internazionali che tornano a guardare con interesse l’Italia e i fondi che creano relazioni più strette con gli specialisti del settore: buone prospettive per i centri commerciali italiani, che si auspica vengano sostenute da uno snellimento delle procedure burocratico-amministrative.
Ieri, 16 ottobre, a Milano si è svolto il convegno “Centri commerciali e investitori” organizzato dal Consiglio Nazionale dei Centri commerciali (Cncc). In apertura dei lavori il presidente Massimo Moretti - head of business unit portfolio retail di Beni Stabili SIIQ - ha elencato i dati di un comparto che, nonostante valga in termini di fatturato 51 miliardi di euro, pari al 3,2% del Pil italiano, è spesso sottovalutato.
«Sono 962 gli shopping center nella Penisola (con una superficie lorda affittabile, gla, superiore ai 5mila metri quadri) per complessivi 15,7 milioni di gla, pari a 263 metri quadri di gla per mille abitanti e 324mila dipendenti (con l’indotto il numero raddoppia) - ha detto Moretti (nella foto ) -. L’affluenza annua totale di 1,8 miliardi di visitatori si è mantenuta pressoché stabile quest’anno. Inoltre, da aprile a giugno 2014 (ultimo dato disponibile) si è registrato nelle gallerie un incremento dello 0,8% delle vendite di abbigliamento. Tutto ciò fa ben sperare per il futuro: dimostra che, nonostante le difficoltà generali, la gente continua a credere negli shopping center».
Roberto Zoia, direttore sviluppo e gestione patrimonio IGD SIIQ ha dato qualche indicazione su come migliorare la performance degli shopping center, fermo restando che ogni struttura ha una propria “anima” e che la personalizzazione resta vincente.
«Innanzitutto – ha spiegato Zoia – ampliare, e quando necessario ristrutturare, un centro determina spesso un aumento del fatturato (anche perché in Italia molti complessi sono di piccole dimensioni, sotto i 20mila metri quadri, mentre la tendenza è verso realtà più grandi, oltre i 40mila metri quadri). È utile anche potenziare i servizi offerti, così come può dare benefici ridurre l’ipermercato per ingrandire la galleria commerciale».
Sul fronte dei deal, i relatori concordi sul fatto che l’ondata di investimenti mondiali nel real estate - e in particolare in quello commerciale - produce effetti positivi anche sull’Italia: «I player internazionali si stanno fidando di più - assicura Elena Di Biase, head of research di JLL (Jones Lang LaSalle) -. Sono disposti a vedere cosa c’è dietro al puro affare, valutando la specificità dei centri».
Mauro Montagner, ceo di Allianz Real Estate (Southern Europe) conferma: «L’Italia molto probabilmente è il mercato europeo più interessante, anche se difficile. Noi qui investiremo un miliardo di euro».