Nel primo semestre 2014, Cushman & Wakefield ha registrato un incremento del 24,2% dei ricavi netti (derivanti da commissioni e compensi per servizi), pari a 895,2 milioni di dollari (691,5 milioni di euro), rispetto allo stesso periodo del 2013. L’ebitda rettificato è aumentato del 159% a 38,1 milioni di dollari (29,4 milioni di euro).
L’utile netto rettificato attribuibile ai soci della controllante ammonta a 2,3 milioni di dollari (1,7 milioni di euro) nei primi sei mesi dell’anno, con una variazione positiva di 14,1 milioni di dollari (10,8 milioni di euro) , rispetto alla perdita del primo semestre 2013, pari a 11,8 milioni di dollari (9,1 milioni di euro). L’azionista di maggioranza di Cushman & Wakefield è Exor, la società d’investimento controllata dalla famiglia Agnelli.
La crescita dei ricavi proviene da tutte e tre le aree geografiche: +21,4% nelle Americhe, +27,8% nell’Emea e +39,3% nell’Asia Pacifico.
«La domanda da parte degli investitori e dei conduttori a livello globale ha continuato sostenere il mercato immobiliare durante la prima metà del 2014 – spiega Edward C. Forst, presidente e amministratore delegato di Cushman & Wakefield –. Abbiamo conseguito solidi risultati: un livello di ricavi mai raggiunto in questo periodo dell’anno e un ebitda rettificato più che raddoppiato rispetto al 2013».
«La nomina di John Elkann, già presidente e amministratore delegato di Exor, a presidente del consiglio di amministrazione di Cushman & Wakefield - prosegue il manager - sarà strumentale nell’accelerare l’implementazione della nostra strategia, anche in vista della celebrazione del centenario della società nel 2017».