Stefano Abbati lascia Fossil, dove ricopriva la carica di managing director, per entrare nell'azionariato di Nardelli Luxury, realtà fondata da Bruno Nardelli che si occupa del brand di orologi e gioielli Liu Jo Luxury, frutto della partnership con Liu Jo.
Abbati, 53 anni, ha iniziato la sua carriera presso realtà del food come Granarolo e Ferrero, per passare nel 1999 al mondo dell'orologeria, prima all'interno di Sector Group e poi con Binda Group e Fossil.
Il manager affiancherà Nardelli come vice-presidente, per dare un impulso alla strategia di internazionalizzazione di Liu Jo Luxury e allo sviluppo della licenza a livello globale. È previsto il rafforzamento del team dedicato, che vede Salvatore Francavilla nel ruolo di direttore generale e Paolo Innocenti in quello di direttore vendite.
Come puntualizza Bruno Nardelli, la new entry si inserisce in una «azienda che diventa sempre più azienda-istituzione». «Abbati - continua - è un punto di riferimento riconosciuto nel settore e uno dei massimi esperti del mercato delle licenze».
Secondo il neo-nominato, nel comparto di riferimento Liu Jo Luxury «è il marchio fashion che più rappresenta la creatività, l'originalità e la fantasia proprie dell'Italian design».
«Nell'ambito del made in Italy - sottolinea Abbati - sono tante le aziende che per crescere hanno dovuto cambiare azionista e passare a gruppi stranieri. Per questo la sfida di lavorare in un'impresa italiana, nata dalla licenza di un brand italiano, rappresenta un'occasione unica. Consolideremo Liu Jo Luxury in Europa e lo affermeremo nel resto del pianeta».
Nardelli Luxury è l'unico player della gioielleria e dell'orologeria a conferire a Palazzo del Quirinale, nel corso della cerimonia dei Premi Leonardo in presenza del presidente della Repubblica, riconoscimenti a giovani studiosi o "addetti ai lavori" che, attraverso le loro analisi sui mutamenti degli stili di consumo nel fast fashion, sono in grado di individuare leve di comunicazione e marketing efficaci per le aziende (da sinistra, Stefano Abbati e Bruno Nardelli, foto Alfieri e Paliotti).