«L'Ipo per Valentino non è una priorità» ha affermato Stefano Sassi, ceo del luxury brand, commentando i dati del 2017 e precisando che al momento «tutta l'attenzione si concentra sulla crescita».
Come riporta wwd.com in un lungo approfondimento, il top executive ha sottolineato come l'avanzata del brand negli ultimi cinque o sei anni sia stata intensa e a ritmo sostenuto.
«Ora - ha aggiunto - abbiamo dimensioni tali da garantirci visibilità e credibilità, insieme alla forza necessaria per affrontare a testa alta il mercato. Dobbiamo puntare su volumi più alti tenendo un passo diverso, ora che la base della nostra clientela è solida».
L'Ipo, secondo Sassi, «potrebbe essere un punto di arrivo, ma non abbiamo bisogno di risorse per guardare avanti. Focalizziamo dunque l'attenzione sulle attività industriali in un'ottica di sviluppo, qualità della distribuzione, stile e modernità del progetto, tutti elementi che finora si sono rivelati vincenti».
Il fondo del Qatar Mayhoola, che ha preso il controllo di Valentino sei anni fa, «ha dimostrato nei fatti il proprio supporto al marchio con progetti a lungo termine». Non tira aria di disinvestimento da parte di Mayhoola: «Al contrario, il fondo sta valutando una presenza ancora più importante, nella nostra griffe oppure attraverso altri interventi nel settore (Mayhoola ha acquisito Balmain nel 2016, ndr)».
Nel 2017 le vendite sono state pari a 1,164 milioni di euro (+5% a cambi correnti o +7% a cambi costanti), di cui il 50% da ascrivere al womenswear (con un 25%-30% del totale relativo al ready-to-wear) e un 8-10% per la collezione giovane Valentino Red Line.
Il gross margin si è attestato a 744 milioni, contro i precedenti 707 milioni.
L'ebitda si è ridotto del 7,7%, a quota 190 milioni di euro, «per l'incremento dei costi legati al potenziamento della struttura industriale e della spesa comunicazionale - ha osservato Sassi -. Elementi propedeutici ai nostri obiettivi di crescita per i prossimi anni».
Il mercato più forte, come riporta il sito americano, è stato l'Europa (40% dei ricavi), seguito dall'Asia al 23% e dagli Usa al 20%. A New York, tra l'altro, sfilerà il 22 maggio la Cruise.
Giappone e Corea del Sud valgono un 10%. Solo 5% è la percentuale del Middle East, ma l'opening di un grande flagship al Dubai Mall lo scorso aprile dimostra che l'area è strategica.
A proposito di aperture, sono in programma 10 monomarca tra Asia ed Europa quest'anno, mentre si rafforza la presenza sul canale digitale, attraverso il progetto omnichannel Next Era lanciato nel 2017 con Ynap Group, le vendite anche tramite altri portali come MyTheresa e la recente intesa con Alibaba per l'ingresso delle bag Candystud nel Luxury Pavilion di Tmall, oltre che in un pop up a Pechino (nella foto, la sfilata autunno-inverno 2018/2019 di Valentino).