A un lustro dal 2020 (anno entro il quale il fatturato, negli obiettivi del fondatore Tadashi Yanai, dovrebbe arrivare a 50 miliardi di dollari), la catena di abbigliamento giapponese Uniqlo intensifica la sua strategia di espansione. Negli Stati Uniti la sfida è ottenere ricavi per 10 miliardi di dollari, attraverso mille store attivi, sempre entro la fatidica data del 2020.
Finora Uniqlo è entrato solo in cinque mercati Usa e dunque ha ancora molto da fare nel Paese. Solo questo autunno ha avviato 18 nuovi punti vendita, che si aggiungono alle 21 unit che il retailer ha aperto dal suo arrivo negli States.
«L’anno prossimo il focus sarà sui ricavi - ha dichiarato a wwd.com Larry Meyer, ceo di Uniqlo negli Usa -. Cercheremo di soddisfare gli obiettivi prefissati da Yanai, continuando a crescere a ritmi molto sostenuti».
«La nostra strategia è basata sulla convenienza per il consumatore e sul fatto di rappresentare un’attrazione per i turisti, avvicinandoli al brand, con la consapevolezza che l’e-commerce crescerà insieme allo sviluppo dei negozi fisici - ha aggiunto Meyer -. Le vendite online rappresentano una parte significativa del business».
Uniqlo sta spingendo sulle grandi superfici negli Usa, dagli store sulla Fifth Avenue e a SoHo a Manhattan, fino a quelli di Union Square a San Francisco e al Beverly Center di Los Angeles: location in grado di rappresentare il brand e di svolgere «a great job».
Il flagship che sta per aprire a Chicago, ad esempio, sarà di 5.600 metri quadri. La filosofia che guida le strategie della company giapponese è improntata al motto “divide et impera”.
Contemporaneamente si lavora a migliorare l’appeal dell’abbigliamento basic proposto da Uniqlo, sotto le direttive di LeAnn Nealz, nuova chief creative officer della catena.