Shoe report 2015

Aziende calzaturiere italiane: il 41,7% è fuori dalla crisi

Le imprese calzaturiere sanno «sfruttare il traino dell'export» e stanno reagendo alla congiuntura sfavorevole trasformando il modo di operare e facendo leva sull'internazionalizzazione. Lo attesta il settimo Shoe Report di Assocalzaturifici.

 

Il rapporto, curato da Ermeneia, è stato presentato ieri (12 marzo) a Roma, a Palazzo Montecitorio, dall'associazione degli imprenditori italiani della calzatura e condiviso con le istituzioni.

 

Le statistiche mostrano che le esportazioni sono ulteriormente aumentate, anche se è in atto un rallentamento (+3% nel 2014, dopo il +5,7% del 2013 e bel lontano dal +13,7% del 2010).

 

La frenata ha provocato una contrazione del saldo commerciale (-1,2%), che era risultato sempre crescente dal 2010 in poi. Se si esamina il periodo 2008-2014, spicca il +20,3% dell'export e il +17,5% del saldo commerciale, mentre i consumi interni hanno continuato a diminuire fino a tutto il 2014 (-2,9% nell'anno).

 

L'indagine mostra che il 41,7% delle imprese è sostanzialmente fuori dalla crisi e un altro 41,6% ne dovrebbe uscire quest'anno. Tende a stabilizzarsi la quota dei casi problematici (intorno al 16-17% del totale).

 

Per quanto riguarda le strategie, il 56,3% (quota in calo rispetto ai tre anni precedenti) è attendista e sceglie l'adattamento flessibile. Il 35,2% - quota è in crescita costante da quattro anni - ha un atteggiamento «reattivo» di ristrutturazione e riposizionamento.

 

Aumenta al 50% chi dice di avere già portato a compimento le trasformazioni e scende al 33% la quaota di quanti devono ancora completarlo.

 

A proposito di internazionalizzazione, sale al 30% la quota delle imprese "medio esportative", che vendono all'estero tra il 105% e il 50% della propria produzione. Aumentano al 42,5% le aziende "fortemente esportative", con un fatturato estero tra il 505 e il 90% del totale.

 

L'analisi di Ermeneia evidenzia che un terzo delle aziende è propenso alla collaborazione tra imprese, il 25% vende online (un altro 33,4% non ha avviato il business ma intende farlo in futuro) e che il 10% di chi svolge un'attività produttiva all'estero è orientato a un'eventuale rilocalizzazione. Un altro 8% di chi produce all'estero vuole spostarsi, ma in un altro Paese diverso dall'Italia.

 

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