Strategie

Stone Island corre (+13%), apre ad Anversa e sogna gli Usa

Stone Island si prepara a un 2015 in corsa. ll brand di Sportswear Company ha chiuso la campagna vendita della primavera-estate 2015 in crescita dell'8%, il che proietta l'azienda verso un nuovo consistente aumento dei fatturato anche per l'anno che verrà. Il trend è lo stesso del 2014, che dovrebbe chiudersi a quota 80 milioni (+13%), con un ebitda di quasi 12 milioni di euro (+22%). A dare ulteriore spinta alle vendite è in arrivo un nuovo store ad  Anversa.

 

La composizione geografica delle vendite di Stone Island (raddoppiate negli ultimi 5 anni e triplicate negli ultimi 8) evidenzia il momento fortunato che sta vivendo il brand: l'Italia, che pesa per il 36% sui ricavi, è in continuo aumento, in controtendenza rispetto al trend generale dei consumi. Quanto all'estero, il marchio cresce sui mercati maturi, con exploit particolari in Gran Bretagna, Germania e nell'area Olanda-Belgio.

 

«Il segreto del successo - spiega Carlo Rivetti, numero uno del brand - è che nel nostro Paese e in parte dell'Europa siamo riusciti ad ampliare il target, conquistando i giovani e i giovanissimi, pur mantenendo agganciati anche i padri». Ora la stessa operazione deve essere compiuta anche sugli altri mercati. Il nuovo focus è sul Belgio, dove il 26 novembre Stone Island inaugurerà un flagship store, il 14esimo.


«Ci siamo presi un’intera palazzina in Schuttershofstraat, che è un po' la Quinta Strada di Anversa» anticipa Rivetti, che aggiunge: «Il building si sviluppa su quattro piani, di cui i primi due, di circa 100 metri quadrati in totale, sono destinati alla vendita delle collezioni Stone Island, Stone Island Shadow Project e Stone Island Junior».



Sulle strategie di Sportwear Company l'imprenditore ha le idee chiare: «Per almeno cinque anni vogliamo correre da soli», afferma, riferendosi al progetto, valutato l'anno scorso, di mettere sul mercato una quota del'azienda. Intanto Rivetti inizia a preparare lo sbarco di Stone Island su nuovi mercati. «Gli Stati Uniti - conclude - iniziano ad essere una priorità per noi. Valutiamo varie opzioni: non c'è solo New York».

 

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