Strategie retail

Stephen Sadove: «L'omnichannel e il talento faranno la differenza nel top retail»

Un veterano della distribuzione come Stephen Sadove fa il punto sull'enorme cambiamento nel mondo del retail e del fashion, «più grande di quanto sia possibile immaginare». Due gli elementi "di rottura" per eccellenza, quelli su cui si giocherà il successo o l'insuccesso di una strategia: l’omnichannel e il talento.

 

Come si legge su wwd.com, il cofondatore di Traub Accelerator (società di Marvin Traub Associates focalizzata su tecnologia e innovazione) ed ex presidente e chief executive officer di Saks Inc ha parlato dei “ten disruptors of retail” ieri sera (11marzo) a New York, in un evento sponsorizzata da Cif al Sofitel Hotel.

 

Come ha fatto notare  Sadove “omnichannel” è un termine che non esisteva quattro anni fa ed è stato creato dal consumatore, che ha iniziato a mixare online e offline, acquistando sul web e ritirando la merce in negozio o viceversa, comperando nel punto vendita con consegna a casa.

 

Pratica che ha messo in difficoltà i retailer nella gestione delle scorte, tradizionalmente mantenute separate per i due canali di vendita. Mentre molte delle grandi catene si sono già adattate alle nuove esigenze investendo in sistemi in grado di condividere le informazioni relative all’inventario, adesso lo dovranno fare anche gli operatori più piccoli.



«Il talento è altrettanto importante» ha sottolineato Sadove, spiegando che il ceo del 2020 sarà diverso da quello del 2000. Prima il top manager governava il mercato grazie alle sue capacità commerciali, mentre adesso deve  saper analizzare e gestire la supplay chain, continuando a disporre dei prodotti giusti.

 

Tra gli altri disruptor segnalati da Sadove  spiccano il mobile, in quanto lo smartphone è onnipresente e fornisce l'accesso all’informazione istantanea,  l’analisi dei big data, con la  possibilità di segmentare la clientela, conoscendo anche ciò che i migliori clienti acquistano nei propri negozi e in quelli dei concorrenti. Non ultima,  l’integrazione verticale, visto l’aumento delle private label da parte dei retailer per differenziarsi dai competitor.



A completare la top 10 la trasparenza dei prezzi, la sicurezza informatica, il cross-border e-commerce, i cambiamenti demografici anche all'interno di una stessa categoria - gli anziani Millennials sono diversi dai giovani Millennials - e la wearable technology.
 

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