Per il terzo anno consecutivo l’industria italiana della filatura vede in calo il fatturato e l'export, ma le analisi di Sistema Moda Italia (Smi) evidenziano un progressivo rallentamento della caduta.
Il fatturato settoriale è stimato a 2,9 miliardi di euro alla fine del 2014, in flessione del 2,2% rispetto al 2013. Le esportazioni sono scese dell'1,9% a 881 milioni di euro, mentre le importazioni sono cresciute dello 0,7% a 837 milioni, dopo due anni di segni meno. Il saldo commerciale resta attivo per 44 milioni.
«Sulla dinamica del comparto - spiegano i ricercatori di Smi - incide soprattutto il risultato, ancora negativo, accusato dalla filatura laniera. Di contro, la filatura cotoniera e liniera sembra presentare già un’inversione di tendenza, anche in termini di fatturato, grazie a un discreto dato conseguito sia sul fronte estero sia in Italia».
I 28 Paesi dell'Unione europea risultano i maggiori clienti in fatto di fili pettinati, in cotone e chimici, mentre la lana cardata vede tra i maggiori acquirenti i Paesi extra-Ue, con Hong Kong in testa, in valore, anche se nei primi 10 mesi del 2014 ha ridotto gli acquisti (-22,38%). L'ex colonia britannica è anche il maggiore cliente di filati pettinati (-1,8% da gennaio a ottobre). Il più importante buyer estero di fili in cotone è la Germania (+2,3%), mentre la Turchia spicca nei fili chimici o misti alla lana (-40%).
Smi stima inoltre una flessione dei consumi interni dell'1,7%. Per quanto riguarda la situazione occupazionale, la filatura laniera mostra contrazioni comprese tra lo 0,8% del primo trimestre e il 2,1% del terzo. Per quella cotoniera i ricercatori parlano di «cali ben più accentuati».