Scendono da 23 a 20,6 milioni di euro i ricavi al 31 marzo del gruppo serico Ratti. La flessione più significativa riguarda il business maggiore, la donna (-14,8%), mentre l'uomo e l'arredamento crescono rispettivamente del 20% e del 19%.
A livello di mercati, spicca il -20% accusato sul mercato europeo, mentre su quello domestico il gruppo comasco è cresciuto dell'1,7%. Negli Usa - terzo maggiore buyer dopo Italia e resto d'Eruopa - Ratti ha totalizzato un +19,5%, mentre in Giappone ha messo a segno un +8,6%. Nel resto del mondo la flessione è stata del 32%.
Nei primi tre mesi dell'esercizio il risultato operativo è salito a un milione di euro, dai precedenti 688 milioni. L'utile netto è a sua volta migliorato da 631 a 746 milioni.
La performance trimestrale del fatturato, già prevista dal gruppo, riflette soprattutto la fine di un contratto di licenza. Tuttavia, come spiegano i vertici, cominciano a evidenziarsi i primi risultati positivi derivanti dalla riorganizzazione della struttura commerciale e dall'accordo pluriennale siglato di recente con la maison Givenchy (Gruppo Lvmh) per la produzione e commercializzazione di accessori tessili.
Quanto alla redditività, «si ritiene che il miglioramento evidenziato dal primo trimestre dell'anno, frutto degli investimenti in tecnologie e delle operazioni di razionalizzazione effettuate, sarà confermato alla fine dell'esercizio» (nella foto, l'archivio aziendale).