Stop alle trattative, in Italia, per il contratto integrativo di Zara, che interessa oltre 3.400 addetti. I sindacati parlano di «indisponibilità a trattare» da parte della realtà del Gruppo Inditex, a discutere i contenuti della piattaforma proposta.
Fisascat Cisl, Filcams Cgil e Uiltucs fanno sapere che la proprietà non intende dialogare, in particolare, su temi come gli appalti, le terziarizzazioni e il mansionario. In più, hanno «espresso parere negativo sull'articolato datoriale su relazioni sindacali, orario di lavoro, conciliazione tempi di vita e lavoro festivo, di fatto peggiorativo rispetto le previsioni del precedente integrativo aziendale»
Nel testo di Zara Italia, come spiegano i sindacati, si parla di ridimensionamento delle agibilità sindacali per le rappresentanze Rsa/Rsu, della possibilità di derogare al contratto nazionale e alla normativa di riferimento e di stipulare accordi individuali sugli orari di lavoro. Inoltre prevede limitazioni delle agevolazioni dei turni per le lavoratrici madri che utilizzano il congedo parentale facoltativo e punta all'obbligatorietà del lavoro festivo. Posizioni inaccettabili da parte dei sindacati che hanno deciso lo svolgimento delle assemblee dei lavoratori nelle giornate del 26 e 27 luglio.
«Consideriamo gravissimo l'atteggiamento della direzione aziendale - dice il segretario nazionale della Fisascat, Rosetta Raso - che antepone gli interessi economici ai diritti, peraltro già acquisiti, dei lavoratori. Valuteremo al termine delle assemblee dei lavoratori quali saranno le iniziative di mobilitazione da avviare nel mese di settembre per contrastare l'arroganza aziendale e legittimare la contrattazione integrativa in una delle aziende che, nonostante la crisi, ha registrato e continua a registrare risultati economici positivi».
Anche il sindacato internazionale del commercio Uni Global sta tenendo d'occhio la vertenza di Zara Italia. Per fine settembre è in calendario la prima riunione dei sindacati mondiali del commercio, finalizzata a definire "un'alliance", cioè una piattaforma per la stesura di un accordo globale «che miri a garantire parametri minimi di tutele per tutti i lavoratori delle multinazionali del Gruppo Inditex.