Abbigliamento e accessori a +15%

Confimprese: +46% i consumi a dicembre 2021, ma ancora sotto i livelli del 2019

Segnali di ripresa sul fronte dei consumi in Italia, anche se siamo ancora al di sotto rispetto al 2019. L’Osservatorio permanente relativo ai settori ristorazione, abbigliamento e non food elaborato da Confimprese-EY evidenzia una crescita del 46% rispetto a dicembre 2020, ma a -12% su dicembre 2019. Ancora in forte rallentamento il totale anno, a -22,7% rispetto al 2019, anche se si registra una progressione del 17,5% sul 2020.

Più dinamico l'andamento della ristorazione, con un totale anno a quota +22% sul 2020, seguita da abbigliamento-accessori a +15%. Tuttavia il benchmark sul 2019 è ancora negativo, con rispettivamente -29% e -26%.

Ha invece praticamente riconquistato i livelli pre-pandemia il retail non food, che ha archiviato lo scorso mese di dicembre a +20,5% sul dicembre 2021 e a +19% sul totale 2020, e che chiude il gap con il 2019, ridotto al -1,7% (in questo ambito alcune merceologie quali il mondo casa e tecnologia sono in ascesa rispetto a due anni fa).

Nello specifico dei canali di vendita, il travel è in sofferenza, con un -44% sul 2019, ma anche i centri commerciali sono lontani dal 2019 (-30%), mentre si conferma il buon andamento delle location di prossimità che, con un -11,3%, si posizionano ben 12 punti percentuali meglio della media Paese.

Per quanto riguarda le aree geografiche è il sud a soffrire meno, sia nel mese (-4,5% sul dicembre 2019) sia nel totale anno (-14% vs 2019). Il centro archivia il mese di dicembre a -9,4% e il progressivo anno vs 2019 a -22%. Il Nord-Ovest fa segnare rispettivamente -13,8% e -24%. Gli andamenti peggiori si evidenziano nel Nord-Est, con dicembre a -19,8% e un progressivo anno a -24,2%.

Paragonando il 2021 con il 2019, le regioni con il migliore andamento sono la Campania a -15,8%, la Calabria a -11,4% e la Puglia a -8,8. Venezia è la città con il trend migliore a +94% nel dicembre 2021 vs dicembre 2020.

«L’anno 2021 – chiarisce Mario Maiocchi, direttore centro studi Confimprese – chiude in linea con le nostre stime a +17% vs 2020 ma con un pesante gap del -22,7% ancora da recuperare sul 2019».

«Anche le prime proiezioni dell’avvio di gennaio non segnalano nulla di positivo - prosegue -. Oltre all’inflazione in costante accelerazione e il caro bollette che bloccano gli acquisti, a parte quelli di prima necessità, anche l’impatto della pandemia, che costringe a stare in casa, conferma una situazione di forte instabilità che frena i consumi. Da notare il brusco rallentamento avvenuto nelle ultime due settimane di dicembre con i flussi dei centri commerciali rispettivamente a -27% nella quarta settimana e a -35% nella quinta rispetto al -18% delle settimane precedenti. Ciò ci fa prospettare la ripresa non prima del 2023».

«Abbiamo assistito a un dicembre 2021 che rispetto al dicembre 2020, quando erano in vigore misure di contenimento dell’emergenza pandemica, ha confermato un graduale ritorno agli acquisti, e in generale una volontà di tornare alle abitudini di vita pre-pandemia - commenta Paolo Lobetti Bodoni, consulting market leader di EY in Italia -. Nonostante questo quadro in miglioramento, il mese di dicembre 2021 registra ancora un gap di 12 punti rispetto all’anno scorso. Scendendo più nel dettaglio, i centri città, che l’anno scorso avevano beneficiato delle restrizioni sui centri commerciali, quest’anno hanno registrato il trend meno dinamico a +6% dato che i consumatori sono tornati a fare acquisti nei centri commerciali a +67%».

c.me.
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