Il boom del second hand non si ferma e continua ad attirare investimenti. L'ultimo è quello di Kering, che insieme al fondo americano Tiger Global Management è entrato con il 5% in Vestiaire Collective, una delle piattaforme leader nel settore dell’usato di alta gamma, spingendo così sulla sostenibilità, al centro delle strategie del colosso guidato da Bernard Arnault.
L’operazione è avvenuta nell’ambito di un nuovo round di finanziamento per 178 milioni di euro lanciato da Vestiaire Collective, che porta il retailer tra le “unicorn company”, con un valore di oltre 1 miliardo di dollari.
Dopo un anno durante il quale il volume delle transazioni sulla piattaforma è cresciuto del 100%, il reseller francese è ben posizionato per sfruttare al massimo un nuovo ciclo di crescita, sostenuto da un forte interesse da parte dei consumatori per il social shopping e le tematiche eco-friendly.
Un trend che continuerà anche nei prossimi anni: si ipotizza che tra il 2021 e il 2023 i capi second-hand aumentino dal 21% al 27%, con la previsione di sfondare il tetto dei 60 miliardi di dollari di giro d’affari entro il 2025.
«Quest’ultimo round di investimenti conferma l’incredibile percorso di Vestiaire Collective - ha detto il ceo Max Bittner (nella foto) -. Fondato durante la crisi del 2008, il modello ha dimostrato la sua capacità di prosperare durante i momenti particolarmente difficili. Il settore del resale è caratterizzato da una rapida crescita, in particolare tra i Millennial e la Generazione Z, che sono destinati a plasmare nei prossimi anni la realtà retail. Con grande entusiasmo diamo il benvenuto a Kering e a Tiger Global Management. Il loro contributo sarà fondamentale per portare a termine la nostra missione: dare al mondo della moda un’impronta più sostenibile, ampliando la nostra comunità globale».
Con il 5% delle quote, Kering avrà diritto a un posto nel cda. «Il lusso second-hand è ormai una realtà con radici consolidate, specialmente tra i consumatori più giovani - conferma il chairman e ceo François-Henri Pinault -. Anziché ignorare il fenomeno, vogliamo cogliere questa opportunità per aumentare il valore che offriamo ai nostri clienti e indirizzare il futuro del nostro settore verso pratiche più innovative e sostenibili. Sono scelte che si sposano naturalmente con il nostro spirito imprenditoriale, la nostra strategia di sostenibilità pionieristica e la visione moderna che abbiamo del settore del lusso».
Con il finanziamento – che ha visto la partecipazione anche degli attuali azionisti, inclusi Eurazeo e Condé Nast – Vestiaire Collective mira a supportare la sua roadmap di innovazione tecnologica, conquistando nuovi traguardi green.
Quattro le direttrici che spingeranno lo sviluppo nei prossimi due anni: il servizio Brand Approved, con il coinvolgimento dei brand del lusso (un percorso già iniziato con Alexander McQueen della galassia Kering); la crescita della comunità di fashion activist, per rendere i consumatori sempre più eco-conscious; la riduzione dell’impronta ambientale, diventando carbon neutral entro il 2026; l’ottenimento della certificazione B Corp.
È in agenda anche una nuova campagna assunzioni: Vestiaire Collective raddoppierà le dimensioni del suo staff, generando 155 nuove posizioni, nei settori science, ingegneria, tecnologia e sviluppo prodotto.