«Il settore della pelletteria continua a galoppare», ha esordito questa mattina Danny D'Alessandro, direttore generale di Assopellettieri e a.d. di Mipel, in occasione della conferenza stampa dedicata alla prossima edizione del salone. Un trend positivo trainato dall'export, che nei primi otto mesi del 2018 ha fatto registrare un aumento del 10,3%, sfiorando i 6,8 miliardi di euro (634 milioni di euro in più sull’analogo periodo 2017), secondo i dati elaborati dal Centro Studi Confindustria Moda.
Un altro incremento a doppia cifra dunque, dopo il +13,2% registrato nel 2017, che ha permesso il conseguimento di un nuovo record assoluto per le vendite all’estero, «ma che va ponderato e confrontato con i dati relativi ai volumi», ha messo in guardia D'Alessandro.
Nel periodo preso in esame, infatti, si è verificata una contrazione in termini fisici, con una flessione del 5,7% dei chilogrammi esportati rispetto a gennaio-ottobre 2017, con un aumento del 17% del prezzo medio al chilo.
Un trend, quello del «meno peso, più valore», che suggerisce un andamento a due velocità: la corsa dei gruppi del lusso, con prodotti ad alto valore aggiunto, e il rallentamento di altre aziende del settore, che però costituiscono la spina dorsale del nostro sistema produttivo, con performance meno profittevoli o addirittura negative.
Lo dimostrano il +24,9% in valore e il +24,2% nei chilogrammi delle esportazioni verso la Svizzera, hub logistico di molte griffe internazionali, che da lì commercializzano in tutto il mondo.
Se oltreconfine la domanda è indirizzata verso proposte di alta gamma, nel mercato domestico (dove perdura la stagnazione dei consumi) avviene il contrario, «con consumatori - evidenzia D'Alessandro - alla perenna ricerca di promozioni e saldi».
A confermarlo è sono risultati invariati negli acquisti in quantità (+0,1%) e una nuova flessione (-1,1%) nella spesa.
Importante, a questo punto, come ha sottolineato l'a.d. di Mipel, spingere sull'estero, «dove il mercato funziona».
I Paesi dell'Unione Europea mostrano nell’insieme un +7% in valore, ma con una contrazione di oltre il 13% nei chilogrammi, ribadendo così il trend generale.
L’andamento negativo nelle quantità ha interessato diversi importanti Paesi (Francia -13,6%, Regno Unito -24,6%, Spagna -9,3%). Eccezione la Germania, anche nei chili (+6,3%), che consolida così il primato nella graduatoria in quantità dei mercati di sbocco.
Il dato più interessante è però quello dei flussi extra-Ue, che crescono sia in valore (+12%), sia in quantità (+8%).
Spiccano come best performer Estremo Oriente (+7,9% in valore e +1,9% nei chilogrammi), con crescite double digit di Corea del Sud (+19,3% in valore) e Cina (+21,3%), che hanno compensato i decrementi di Hong Kong e Giappone.
Interessanti le prestazioni del continente americano, sia negli Usa (+5,7% in valore e +17,7% in quantità), dove si sono attenuati i venti protezionistici e le minacce reciproche di ritorsioni commerciali con la Ue, sia in Canada (+4,6% in valore e +10,3% in volume), dove a fine settembre 2017 è entrato in vigore (seppur in via provvisoria ma con l'abbattimento dei dazi) l'accordo Ceta.
Preoccupa invece la Russia: la fase di parziale recupero che aveva caratterizzato sia il 2016 che il 2017 si è interrotta. Lo testimonia un calo del 6,3% in valore e un -10,6% in quantità.
Quanto all'import, nei primi dieci mesi del 2018 risulta in aumento del 13,2% in valore e del +4,4% in chilogrammi.
Il saldo commerciale evidenzia un attivo di 4,13 miliardi di euro, in aumento dell'8,6% sull'analogo periodo del 2017.
Nella foto, Danny D'Alessandro con Riccardo Braccialini, presidente di Assopellettieri.