ALLA VIGILIA DI PITTI FILATI

La filatura italiana nel 2018 cresce del 3,2%, ma il 2019 inizia in salita

Dopo alcuni anni sottotono, il bilancio settoriale della filatura italiana registra valori soddisfacenti. Secondo il report di Confindustria Moda-Centro Studi per Smi, il fatturato settoriale archivia il 2018 con un incremento del 3,2%, riportandosi sui 2,9 miliardi di euro del 2015.

La filatura laniera si conferma il comparto preponderante, concorrendo all’83,3% del turnover, mentre il filato di cotone copre il 13,9%, seguito dal filato liniero, circoscritto al 2,8%.

Guardando alle performance, i filati lanieri sperimentano una crescita del fatturato pari al 3,9%, mentre la filatura cotoniera subisce una flessione nell’ordine del -2,8%. Per la filatura liniera, al decremento double-digit accusato nel corso del 2017, fa seguito una crescita di circa il 15%.

Di nuovo in territorio positivo l'export del settore, che segna un'inversione di tendenza e torna a crescere, segnando un aumento del 2,9%, a 848 milioni di euro.

Arrivano invece segnali negativi dai primi dati sul 2019. Nel primo trimestre l’indice di produzione industriale Istat relativo alle attività di filatura fa registrare un decremento tendenziale piuttosto accentuato, nella misura del 10,3%.       

Quanto all'export, se il primo trimestre del 2018 si era aperto favorevolmente all’insegna di una crescita del 5,5%, il 2019 vede un incipit meno brillante: da gennaio a marzo di quest'anno le vendite all'estero di filati arretrano infatti del 2,5%, per un totale di 219 milioni di euro.   

In particolare, i filati di cotone si mantengono in flessione (-10,1%), mentre quelli linieri si confermano in crescita su ritmi particolarmente vivaci (+40,8%). Relativamente ai lanieri, i fili pettinati e i misti flettono rispettivamente dell'8,3% e del 6,9%. Crescono invece le vendite estere dei filati cardati (+9%) e per aguglieria (+2%).

A cura della redazione
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