Il glam, le stoffe e i colori distintivi di Massimo Piombo a prezzi accessibili: sono da Piombo, la nuova insegna di Ovs al 72 di corso Garibaldi. Un progetto che va ad aggiungersi ad altri incarichi per lo stilista-imprenditore: la direzione creativa di Ovs (mood dei negozi e comunicazione per uomo, donna e bambino) e la direzione stilistica dell'uomo, mentre lo stile della donna è in mano a Caterina Salvador.
«Credo che chi vende abbigliamento a prezzi contenuti abbia ancora più bisogno di altri di dotarsi di talenti per presentare in modo giusto - spiega il ceo di Ovs, Stefano Beraldo in conferenza stampa -. Ora mi sembra che si sia creata davvero un'alchimia».
A proposito del menswear Piombo, Milano e Treviso rappresentano «la palestra» ma seguiranno «altri 15 negozi Piombo entro il 2019», annuncia Beraldo, prospettando la possibilità di avviare anche dei corner nei maggiori department store.
Per il gruppo di Mestre è il modo di rispondere a un consumatore esigente, dal gusto curato e contemporaneo, praticando però il mark-up di Ovs. «Un moltiplicatore di cinque-sei volte non è la nostra logica», precisa Beraldo.
Infatti, grazie alla capacità produttiva e logistica di Ovs, oltre all'assenza di intermediari, una giacca Piombo può essere messa sul mercato a un prezzo fra i 250 e i 350 euro, un cappotto a 290-480 euro e un paio di pantaloni a 70-80 euro.
Cifre ben lontane da MP Massimo Piombo, la linea dal posizionamento elevatissimo, che «sarà sempre più di nicchia», come spiega il fondatore, mentre definisce la nuova avventura con il marchio Piombo «la scommessa della vita».
«Creare un prodotto speciale, inclusivo anziché esclusivo, che emozioni e si possa acquistare a un prezzo abbordabile: spero che si traduca in concretezza» dice lo stilista-imprenditore, che ha una partecipazione del 30% nella newco cui fa capo il business Piombo (la maggioranza è di Ovs).
Quando parla di inclusività, si riferisce alla possibilità di aprire a collaborazioni, anche con marchi trasversali. E cita l'aeronautica e il ciclismo, tra i settori che potrebbero essere contagiati dalle strisce verticali giallo-nere, tratto distintivo della nuova label e del concept retail.