Approvata dal cda di
Salvatore Ferragamo la relazione finanziaria semestrale consolidata al 30 giugno scorso. I ricavi, come comunicato in precedenza, sono stati pari a 524 milioni di euro (+44,2% a tassi correnti, dai precedenti 363 milioni), con un +91,3% nel secondo quarter.
A fine giugno il 53% dei negozi del gruppo era tornato pienamente operativo: un network composto da 639 store, di cui 398 diretti e 241 monomarca gestiti da terzi nei canali wholesale e travel retail.
I sei mesi si sono chiusi con un utile netto di 33 milioni, rispetto al rosso di 86 milioni dell'analogo periodo del 2020, ben oltre la previsione degli analisti (22 milioni).
Il margine lordo è aumentato del 62,8%, portandosi a 361 milioni, con un'incidenza sul fatturato cresciuta di 790 punti base, dal 61% al 68,9%, visti l'incremento delle vendite a prezzo pieno e un più favorevole mix geografico, di canale e di prodotto.
Stabili (+0,6%) i costi operativi, che si aggirano sui 295 milioni di euro. Quanto al risultato operativo lordo (ebitda), ha fatto un balzo da 32 a 144 milioni, ossia il 27,5% dei ricavi, dal passato 8,8%.
Positivo per 66 milioni, da 72 milioni negativi, il risultato operativo (ebit). Scese del 19,8% le giacenze di magazzino, grazie a una maggiore efficienza operativa. Quanto agli investimenti, sono in progress del 19,6%: si attestavano a 11 milioni di euro nel gennaio-giugno 2020 e ora ammontano a 13 milioni.
Tutti gli indicatori economici, in accordo con il principio contabile
Ifrs 5, sono stati redatti escludendo la divisione
Profumi dai dati relativi al 2021 e da quelli comparativi del 2020, in seguito alla definizione dei termini dell'operazione in base alla quale viene concessa la licenza in esclusiva a
Inter Parfums.
La unit
Profumi ha riportato nei sei mesi un turnover di 20,4 milioni (+54,6%), con un ebit negativo per 3,8 milioni: nel primo semestre 2020 si parlava di un valore negativo di 2,8 milioni.
Un comunicato fa il punto, in particolare, sui mesi di luglio e agosto, che hanno visto decollare le vendite dei negozi diretti negli Usa, ma anche in Cina, Corea del Sud e America Latina: la performance retail globale è risultata vicina ai livelli pre-Covid.
Il board ha conferito tutti i poteri di ordinaria amministrazione al vice presidente esecutivo
Michele Norsa, che da domani, 8 settembre, assumerà le responsabilità della gestione aziendale, dopo l'uscita di scena della ceo
Micaela le Divelec Lemmi e in attesa che
Marco Gobbetti, ancora a.d. di
Burberry, si insedi come ceo.
a.b.