Il cavaliere bianco in grado di dare un futuro alla Pernigotti di Novi Ligure potrebbe arrivare dal tessile-abbigliamento, ma il condizionale è d'obbligo.
Il suo nome è Riccardo Piacenza ed è un imprenditore della maglieria che ha il quartier generale a Fubine (Alessandria), non molto distante da quello dell'azienda dolciaria fondata nel 1860 e passata cinque anni fa nelle mani dei fratelli turchi Toksoz, ora intenzionati a chiudere lo stabilimento ma non a dismettere il marchio.
Come riporta Il Secolo XIX, le intenzioni di Piacenza sarebbero più che buone: mantenere la produzione nella cittadina piemontese, ammodernare le strutture produttive e far sì che non vengano sacrificati i 250 posti di lavoro, tra dipendenti diretti e interinali. Piacenza cerca altri industriali che lo supportino e, a suo dire, alcuni li avrebbe già trovati.
Richiede inoltre a gran voce agevolazioni da parte del Governo e della Regione Piemonte, oltre che degli attuali proprietari turchi, che dovrebbero mettere mano al portafoglio, perlomeno per garantire il pagamento di una parte del costo del personale.
«Sono pronto a incontrare tutti - promette Piacenza -. Esecutivo, lavoratori e sindacati». Questi ultimi, tuttavia, si affrettano a precisare di essere «interessati solo a progetti seri. Niente speculazioni sulla nostra pelle, abbiamo bisogno di concretezza».
«Quello che vogliamo ottenere ora - aggiungono - sono due anni di cassa integrazione per la ristrutturazione aziendale, in modo che la fabbrica resti aperta e la produzione non si fermi. Solo così possiamo attrarre l'attenzione di compratori che garantiscano un progetto industriale serio. Intanto restiamo in attesa dell'incontro con il premier Conte e la proprietà».
L'imprenditore 57enne cerca di rassicurarli sulla validità della sua proposta: «Sono anni che faccio questo mestiere e conosco il valore rappresentato dai dipendenti, più importanti del marchio in sé».
Resta però un'ombra sulla sua buona fede, ossia il fatto che lui stesso abbia deciso già nel 1985 di delocalizzare la produzione delle sue maglie in cashmere e fibre nobili in Serbia, anche se Piacenza sostiene che nel caso di Pernigotti l'italianità sarebbe una conditio sine qua non.
Per ora né il ministro dello Sviluppo Economico Di Maio, né il referente dei Toksoz Pierluigi Colombi hanno risposto ai suoi appelli.